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Nel corso dell’anno liturgico, ci sono alcuni momenti, come la festa del Battesimo del Signore o la domenica in albis (seconda di Pasqua), che risultano particolarmente adatti a meditare la grazia del battesimo. In quei giorni, sarebbe importante valorizzare il rito dell’aspersione all’inizio della messa, oppure invitare la comunità a rinnovare le promesse battesimali, sostituendo al Credo la formula interrogativa. Segni semplici, ma capaci di riaccendere la consapevolezza del dono ricevuto, ricordando che ogni Eucaristia è un ritorno alla sorgente del nostro essere cristiani.
La memoria Baptysmi, “memoria del battesimo”, che prende il posto dell’atto penitenziale, è molto in uso nel Tempo di Quaresima, con l’intenzione di sottolineare la dimensione della purificazione, ma di per sé non avrebbe questa valenza. Il rito chiede piuttosto di fare memoria della partecipazione al mistero pasquale, per cui le domeniche più indicate per prevederlo sarebbero quelle del Tempo di Pasqua.
Un’occasione preziosa per valorizzare il carisma battesimale del popolo di Dio è la preparazione della preghiera dei fedeli. I parroci potrebbero individuare qualcuno che si incarichi di scrivere le litanie o le preghiere e si senta libero di spaziare oltre le formule predefinite dell’Orazionale. L’unica accortezza è che tenga presente il tempo liturgico, il Vangelo del giorno, le urgenze del mondo contemporaneo, le giornate mondiali stabilite dal Santo Padre, e consideri in modo accorato le gioie e i dolori dei fratelli, le fatiche e le necessità del prossimo, la realtà concreta, fatta di siccità e inondazioni, calamità e crimini, speranze e sete di giustizia. Ricordare queste intenzioni e trasformarle nella voce del Chiesa che invoca “Ascoltaci, Signore” è un modo esemplare di esercitare il sacerdozio comune di tutti i battezzati.