Senza dubbio “fu un terremoto in città”, come fanno presente i protagonisti d’oggi della storica orchestra da camera; tuttavia quella de “I concerti della domenica” de I Solisti Veneti, a metà degli anni Sessanta, fu una vera e propria rivoluzione e una svolta decisa, nonché decisiva, nel mondo della musica classica: al tempo elitario come lo erano i luoghi esclusivi (lussuose sale o costosi teatri) che ospitavano le esecuzioni e che si rivolgevano sempre al “solito” pubblico, in orari serali e abito scuro (sopra e sotto il palco). Invece al giovane e lungimirante maestro Claudio Scimone, a capo della sua altrettanto fresca compagine di musicisti – già responsabile della riscoperta di repertori di nomi quali Vivaldi, Albinoni e Tartini e di brani divenuti patrimonio classico irrinunciabile – certi circoli stavano stretti: la musica doveva essere alla portata di tutti, famiglie, anziani, bambini, studenti, operai e chi abitava in provincia. La domenica mattina apparve dunque a Scimone come il momento perfetto per la propria “visione”, ripristinando una modalità di ascolto in voga nei salotti del Sette e Ottocento, la matinée musicale, e rivolgendola a tutta la società, con un occhio di riguardo a chi difficilmente avrebbe potuto usufruirne per questioni economiche e pratiche. Detto fatto: programmi musicali mirati, abbandono delle rigide formalità, a cominciare dagli abiti, luce accesa in sala, interventi esplicativi, orario mattutino e prezzi contenuti si sono rivelati una formula vincente, e così l’oratorio di San Rocco, prima “casa” della rassegna, fu sostituita per capienza insufficiente dalla sala dei Giganti a palazzo Liviano e questa in seguito dall’auditorium Pollini.
In 60 anni i cardini de “I concerti della domenica”, su tutti il principio dell’accessibilità e della divulgazione, restano saldi, consentendo in ogni caso al format di adattarsi alle nuove esigenze e curiosità del pubblico. Sempre sei gli appuntamenti, all’auditorium Pollini, alle 11, di domenica, dal 19 ottobre al 30 novembre: sul palcoscenico I Solisti Veneti diretti da Giuliano Carella.
La data inaugurale della 60a edizione vede l’esecuzione del primo libro de La Stravaganza di Vivaldi, con una dedica a Leonard Gianadda, amico intimo di Scimone, mecenate, filantropo svizzero e per decenni presidente onorario dei Solisti. L’opera vivaldiana in questione indaga la voce del violino da un punto di vista sia virtuoso che drammatico, fra ritmo, melodia e contrasti timbrici. Nel 2026 verrà conclusa l’integrale con il secondo libro. Il 26 ottobre nel programma “Il clavicembalo di Bach” Roberto Loreggian, uno dei più stimati interpreti contemporanei dello strumento, suonerà la prima serie di un progetto triennale dedicato ai concerti per uno, due, tre, quattro clavicembali di Bach. Segue il 9 novembre la prima assoluta, di “Giacomo Girolamo Casanova: Io, me medesimo” a 300 anni dalla nascita. Testo e drammaturgia sono di Sandro Cappelletto, anche voce narrante, Lucio Degani al violino e Marco Scolastra al pianoforte.
Il 16 novembre “Musica degenerata: Hindemith & Šostakovič” (prendendo spunto dall’espressione coniata dal regime nazista per indicare la musica non conforme agli standard del regime) mette in luce la tragedia culturale del Novecento con due dei suoi maggiori esponenti. Una data per riflettere e diffondere un messaggio di pace. Domenica 23 torna il genio di Bach con “L’offerta musicale”, in cui emerge l’infinita maestria nel rielaborare e trasformare continuamente il tema reale. Con la partecipazione del flautista Massimo Mercelli. Si conclude il 30 novembre con “Salieri/Mozart” (nel 200° anniversario della morte di Antonio Salieri), un confronto di pagine musicali che diventa dialogo tra i due compositori. Al pianoforte Filipe Pinto-Ribeiro.
Il maestro Giuliano Carella, allievo prediletto del compianto direttore e suo successore alla direzione artistica e sul podio dei Solisti, ha parlato di una «intuizione straordinaria», che è anche «lo spirito dei Solisti Veneti». Info, programma e biglietti su www.solistiveneti.it
Il 21 ottobre alle 20.15 all’auditorium Pollini I Bassifondi ensemble, che propongono musica del 17° e 18° secolo per liuto, arciliuto, tiorba e chitarra barocca, con l’accompagnamento del “basso continuo”, suonerà, in occasione delle celebrazioni dei 300 anni della morte di Alessandro Scarlatti una sua serenata a tre voci dal titolo Clori, Lidia e Filli Info: 049-8756763.