Mosaico
Essere parte di un’unica armonia. Questa è la sfida più ardua e difficile. E la più avvincente ed emozionante. Chi suona lo sa: quando all’inizio di una prova o di un concerto ci si intona, quel marasma di suoni apparentemente discordanti è solo l’inizio di un viaggio lungo quell’autostrada a otto corsie che è lo spartito, dove si va a velocità diverse, alle volte ci si ferma, altre si sorpassa, ma alla fine si arriva sempre tutti quanti insieme.
Sabato scorso, 18 ottobre, a percorrere quell’autostrada a otto corsie sono stati i 170 giovanissimi dell’Orquestra Sinfónica Infantil de Venezuela che a Roma, nella basilica del Sacro Cuore, hanno accompagnato la veglia di preghiera in preparazione alla festa per la canonizzazione di José Gregorio Hernàndez e di sr. Carmen Rendiles, i primi due santi del Paese latino-americano innalzati agli onori degli altari da papa Leone XIV. Il reel, pubblicato sull’account Ig dell’arcidiocesi di Caracas ha raccolto 39.100 like.
“Cari ragazzi del Sistema, siete l’anima musicale del nostro Paese – scrive Alisfrancy in un commento – Con ciascuna nota che avete interpretato, con ciascuna melodia che avete suonato, state raccontando la storia di un Paese pieno di talento, speranza e passione. Rappresentare un Paese non è solo innalzare il suo nome, ma è anche innalzare il suo cuore, la sua cultura, i suoi sogni attraverso ciascun strumento, attraverso ciascuna voce. Grazie per ricordarci che la musica unisce, trasforma e trascende. Che non ci sono frontiere quando l’arte parla fin dentro l’anima. Che i giovani possono essere potenti quando vengono dati loro una battuta musicale, uno spartito e uno scopo”.
Una battuta musicale, uno spartito e uno scopo. È quanto, cinquant’anni fa, José Antonio Abreu Anselmi (Valera 1939 – Caracas 2018), ha voluto mettere nelle mani di quei giovani sui quali in pochi avrebbero mai scommesso. Bambini e ragazzi di tutti i ceti sociali, alcuni dei quali esposti al crimine, alla povertà e alla droga. Ha scommesso su di loro e gli ha messo uno strumento in mano – un violino, un flauto o un clarinetto… – facendo sperimentare quant’è bello viaggiare insieme su quell’autostrada a otto corsie che è lo spartito.
Il primo “viaggio” del “Sistema” avviene il 30 aprile 1975 quando Abreu, nella “Casa Amarilla” (un teatro che ora non esiste più) di Cararacas, dirige 83 musicisti e quattro cori locali, più un organo e un violino solista. In programma c’erano musiche di Bach, Händel, Mozart e Vivaldi. Violino solista era Franck Di Polo, mentre la sorella di Abreu, Beatriz, suonava l’organo.
Il fondatore de “El Sistema” aveva la musica nel sangue. Era infatti discendente di una famiglia italiana di Marciana (isola d’Elba). Il nonno materno, Antonio Anselmi Berti, era direttore della banda musicale del paese e nel 1897, quando emigrò in America Latina, portò con sé 46 strumenti a fiato della propria orchestra.
El Sistema è un modello didattico musicale, che consiste in un sistema di educazione musicale pubblica, diffusa e capillare, con accesso gratuito e libero per bambini di tutti i ceti sociali. Come si legge nella sua definizione, “la pratica collettiva della musica, attraverso orchestre sinfoniche e cori, diviene mezzo di organizzazione e sviluppo delle comunità”. La maggior parte dei giovani musicisti del Sistema sono provenienti da situazioni economiche e sociali disagiate, e tramite la disciplina musicale e l’impegno hanno la possibilità di fuggire dalle logiche dei barrios e della povertà. Il metodo creato da Abreu, quindi, non ha solo un’importanza artistica, ma tramite esso la musica diviene via primaria per la promozione e il riscatto intellettuale e sociale.
Questo sistema didattico è gestito e promosso dalla “Fundacion del Estato para el Sistema Nacional de la Orquestras Juvaniles e Infantiles de Venezuela”, un ente statale venezuelano che oggi si occupa della gestione e promozione di oltre 125 orchestre e cori giovanili, 30 orchestre sinfoniche e dell’educazione di oltre 350mila studenti in 180 nuclei presenti e operativi sul territorio venezuelano. In cinquant’anni di vita, il Sistema di Abreu ha offerto una possibilità di studio a oltre 900mila bambini e ragazzi, alcuni dei quali hanno potuto intraprendere carriere internazionali di grande prestigio, come i direttori d’orchestra Gustavo Dudamel (che ha al suo attivo la direzione di numerosi concerti, tra i quali ricordiamo il concerto di Capodanno a Vienna il 1 gennaio 2017 e il concerto per la riapertura di Notre Dame a Parigi il 7 dicembre dello scorso anno), Rafael Payare, Dietrich Paredes, Christian Vaquez e Diego Matheuz. Alla scuola del Sistema hanno studiato anche il contrabbassista dei Berliner Philarmoniker Edicson Ruiz, il violinista Joen Vazquez, il flautista Pedro Eustache, il violinista e direttore d’orchestra Edwars Pulgar, il direttore Natalia Luis-Bassa e molti altri.
Ancora oggi, grazie al Sistema, è la musica che va incontro ai bambini e ragazzi e li incontra lì dove sono. Le lezioni si possono svolgere all’aperto, così come nelle sale prove che la fondazione mette a disposizione. Fin da subito i bambini sperimentano la bellezza di essere parte di un’unica armonia, viaggiando insieme su quell’autostrada a otto corsie. Al tempo spesso imparano a rispettare i tempi e le particolarità di ciascuno, e si allenano nella responsabilità che è propria di ciascun elemento di un’orchestra, dal primo violino a chi passa gran parte del suo tempo a contare, per arrivare puntuale a dare quel prezioso e preciso colpo di piatti che esalta il suono di tutti.
Da El Sistema di Abreu – che è stato portato in oltre 70 Paesi, tra cui anche l’Italia, dove a promuoverlo è stato Claudio Abbado (1933-2014) – nasce l’orchestra giovanile Simon Bolivar, che ha debuttato alla Carnegie Hall nel 2007 sotto la guida di Gustavo Dudamel e che oggi è una delle orchestre più importanti del Venezuela e dell’America Latina. A far parte dell’orchestra Simon Bolivar sono i migliori musicisti delle orchestre locali create grazie al Sistema. E molti di loro, grazie al Sistema, sono stati supportati perché potessero studiare in scuole prestigiose e conservatori di tutto il mondo. Un’orchestra formata interamente da musicisti venezuelani.
La scelta di portare a Roma i 170 componenti dell’orchestra giovanile diocesana in occasione della canonizzazione dei primi due santi venezuelani non è stata casuale.
“Questi giovanissimi musicisti, con il loro entusiasmo e il loro talento, mostrano il volto del Venezuela che tutti desideriamo far conoscere – ha spiegato Eduardo Méndez, direttore esecutivo del Sistema – quello dell’arte, della bellezza e dell’unità”.
Ad accompagnare, sabato scorso, l’orchestra Sinfónica Nacional Infantil de Venezueladiretta dal maestro Andrés David Ascanio c’era la corale nazionale Simon Bolivar. Insieme, nella basilica del Sacro Cuore affollata di fedeli venezuelani, hanno concluso il concerto con l’Halleluja di Händel. Il reel pubblicato sull’account Ig del Sistema ha raccolto in poche ore oltre 20.700 like.
“L’emozione di una mamma venezuelana – si legge in uno dei tanti commenti – grata per il meraviglioso contributo del Sistema nella vita di tanti bambini e ragazzi. Piangere di gioia e felicità, vedere mio figlio, un bellissimo dono di Dio, è incredibile. Tutti sono una benedizione. Lunga vita al Sistema”.
“Ancora una volta – si legge in un altro commento – il nostro amato Sistema nazionale venezuelano di cori e orchestre scrive la storia rappresentandoci in un evento così importante! Complimenti e tanta ammirazione per ognuno di questi bambini, ragazzi e per questa fantastica squadra”.