Mosaico
Il sacro non è una conquista, ma una rivelazione. È questo il filo conduttore della XXIX edizione del Tertio Millennio Film Fest, in programma a Roma dal 5 al 9 novembre presso il Cinema Teatro Don Bosco, promossa dalla Fondazione Ente dello Spettacolo. L’edizione 2025 porta il titolo “Nel nome di…”, un’espressione che richiama la complessità del rapporto tra fede e storia, segnata anche da interpretazioni distorte o usi impropri del riferimento a Dio. “Se mal interpretata, ha giustificato abusi e violenze nella storia”, osserva il presidente della Fondazione don Davide Milani: “Nessuno può parlare al posto di Dio se prima non lascia che Dio parli in lui. È la logica della teofania: Mosè incontra Dio perché si avvicina al roveto. E quel fuoco non consuma, ma illumina”.
Il festival si articola attorno a otto film internazionali, di cui sei in anteprima italiana, accomunati dalla domanda: “Come si manifesta oggi il sacro?”.
Opere che non offrono soluzioni, ma suggeriscono scenari, evocano profondità, interrogano la coscienza. “Nel tempo attuale, in cui il cinema rischia di essere ridotto a contenuto o business, vogliamo restituirgli la sua vocazione originaria: essere linguaggio dell’anima, luogo di ascolto e di comunione. Davanti allo schermo siamo tutti uguali, anche se proveniamo da mondi in conflitto tra loro. Il cinema rende possibile il dialogo”, aggiunge don Milani. Film come Agnus Dei, che racconta la sacralità di un monastero femminile attraverso la cura di un gregge; Hysteria, che svela tensioni interiori e fratture invisibili; Lo scuru, che indaga il confine tra fede e superstizione, sono finestre aperte sull’oggi, capaci di parlare a credenti e non, ciascuno col proprio linguaggio, ma nel rispetto di un’unica domanda radicale: dove abita oggi Dio?
Un festival tra cinema e spiritualità
Il Tertio Millennio Film Fest è nato nel 1997 su iniziativa della Fondazione Ente dello Spettacolo. È l’unico festival cinematografico italiano promosso da realtà cattoliche, con l’obiettivo di creare un dialogo tra fede, cultura e settima arte. La rassegna si svolge ogni anno a Roma.
L’edizione 2025 propone 8 film in concorso, di cui 6 in anteprima italiana: Agnus Dei (Italia), Hysteria (Germania), Lo scuru (Italia), Our Father (Serbia), Nino (Argentina), Traffic (Belgio), Reedland (Iran), Silence of Reason (Bosnia-Erzegovina).
Dialogo, giovani, pace: le direttrici del programma
Accanto alla selezione ufficiale, il festival propone anche momenti di approfondimento e confronto interreligioso. “Sin dall’inizio il Tertio Millennio Film Fest ha scelto di mettere al centro il dialogo tra fedi e confessioni”, ricorda don Milani: “Non siamo tra quelli che attribuiscono alle religioni la colpa delle guerre, ma siamo tra quelli che credono che le religioni, insieme, possano generare pace”. Per questo la rassegna si apre con un convegno accademico che vede la partecipazione di rappresentanti cristiani, ebrei e musulmani.
“Il cinema ci accompagna in questo percorso perché è uno spazio neutro, un ‘terreno franco’ dove le narrazioni non impongono, ma condividono. Ogni religione custodisce un’immagine del divino che tende alla pace, e ogni travisamento in senso violento è una bestemmia”.
Alla centralità del tema della pace si affianca quest’anno una particolare attenzione alle nuove generazioni: con la sezione “Giovani sguardi: fragili realtà”, la rassegna ospita opere realizzate da registi under 35, sostenuti da un bando MiC e SIAE nell’ambito del programma “Per Chi Crea”. “Non parliamo di promesse, ma di certezze”, sottolinea don Milani: “I giovani registi mostrano una capacità sorprendente di narrare il presente, di stare nel reale senza fuggire. E lo fanno usando lo strumento del lungometraggio, che richiede tempo, riflessione, pazienza: esattamente ciò che serve oggi al mondo e alla Chiesa”.
Un festival in cammino: cinema come esperienza condivisa
Guardando al futuro, il presidente della Fondazione immagina un festival sempre più “itinerante, diffuso, ecclesiale e cinematografico allo stesso tempo”. Un festival che non si limiti a Roma o a una data sul calendario, ma che possa diventare “una rete di luoghi e comunità in dialogo”, capace di accompagnare la riflessione culturale e spirituale durante tutto l’anno.
“Ogni edizione del Tertio Millennio Film Fest è, in fondo, un pellegrinaggio: cambia sede, incontra nuove realtà, si lascia interrogare”, osserva don Milani.
“Il mio sogno è che questa esperienza continui a camminare, a mettersi in ascolto. Vorrei che non fosse solo un festival per addetti ai lavori o per ambienti ecclesiali, ma che sapesse parlare anche al mondo del cinema e a quello della cultura, contaminandoli con uno sguardo diverso, capace di tenerezza, profondità e spiritualità”. L’obiettivo resta quello originario: creare uno spazio in cui il cinema e la fede non si ignorino, ma si incontrino. “Perché il sacro non è qualcosa da spiegare: è qualcosa da riconoscere. E per farlo – conclude don Milani – serve tempo, attenzione, disponibilità. Tutto ciò che il cinema, nella sua forma più alta, sa offrire”.