Mosaico
Un paio di mura grigie e spoglie, su cui si appoggia un letto a castello in ferro, su cui si adagiano le lamine verticali di luce che attraversano le sbarre alla finestra. Ma ecco arrivare in volo un libro dalla copertina rossa, che a pagine spiegate, apre un varco in mezzo alle sbarre, per posarsi sul letto. E poi un altro blu, uno giallo, e un altro ancora. Come elementi di un singolare stormo fatto di parole di carta. E ad ogni volo di pagine, l’apertura si fa sempre più grande, fino a rosicchiare sbarre e pareti, lasciando entrare nel grigiore della cella i colori della natura e i profumi della vita.
Queste le istantanee del racconto animato con cui la matita di Giorgio Romagnoni in un post pubblicato venerdì scorso, 7 novembre, sul suo account Ig, presenta il progetto di solidarietà “I libri liberano” lanciato a fine ottobre dalla rete “Liberi da Dentro” per far crescere la cultura dentro e fuori il carcere di Trento.
“Il nostro obiettivo – spiegano i coordinatori di “Liberi da Dentro” su Ig – è quello di donare 500 nuovi libri alla biblioteca della casa circondariale di Trento, offrendo ai detenuti gli strumenti per riflettere, imparare e crescere. Ogni libro donato non è solo carta: è una finestra sulla conoscenza, uno strumento di riflessione, una possibilità di rinascita. Quello che chiediamo non è solo una donazione. È un atto di fiducia, un seme di cambiamento. È scegliere di fare la differenza, davvero. Ogni contributo conta. Ogni aiuto ci permette di scrivere, insieme, pagine di futuro positivo”.
“Liberi da Dentro” è un progetto nato nel 2018 per realizzare le attività proposte da una rete del territorio trentino, attività volte a coinvolgere la cittadinanza in eventi e occasione di incontro e scambio sul tema dell’esecuzione penale attraverso attività di carattere culturale, dentro e fuori dal carcere, nelle quali vengono coinvolte persone detenute, dimesse dal carcere e sottoposte a misure di comunità e volontari, oltre a tutta la cittadinanza. A “Liberi da Dentro” aderiscono la Conferenza regionale volontariato e giustizia (Crvg) Trentino – Alto Adige che coordina gli enti di volontariato che si occupano di carcere a livello regionale ma con legami nazionali, l’Associazione provinciale aiuto sociale (Apas), che svolge il ruolo di capofila coordinando tutte le attività e i partner, “dalla viva voce”, che cura le attività di sensibilizzazione nelle scuole con i suoi formatori, la Scuola di preparazione sociale (Sps), che mette a disposizione i propri soci come volontari e formatori, La Fondazione Franco Demarchi, che garantisce gli spazi per la formazione e coordina la campagna di crowdfunding. Al progetto aderisce anche la Casa circondariale di Trento, il Coordinamento teatrale trentino, l’Associazione italiana biblioteche del Trentino – Alto Adige e i Comuni di Rovereto, Riva del Garda e Trento. Non solo. La squadra che è scesa in campo per giocare questa partita di riscatto e solidarietà è molto più numerosa. Alla campagna, infatti, finanziata anche grazie al bando “Cultura e sport per il sociale 2025” della Fondazione Caritro e con il sostegno di Sparkasse per il Crowdfunding, aderiscono più di sessanta biblioteche su tutto il territorio trentino e venti librerie.
“I nostri volontari da anni attivi in carcere – spiegano da “Liberi da Dentro” – ci hanno informato che è da tanto tempo che non vengono aggiornati i cataloghi delle biblioteche interne all’istituto penitenziario trentino I testi già presenti sono datati, non aggiornati, consumati dal tempo. Ne servono di nuovi, per imparare, per crescere, per immaginare, per permettere ai detenuti di mettere le basi per un nuovo futuro fatto di nuove competenze, empatia, consapevolezza”.
Un progetto nato per riempire gli scaffali vuoti e restituire alla biblioteca il suo ruolo: essere una finestra sul mondo. Come racconta nel suo post il vignettista Giorgio Romagnoni, riprendendo le parole di “Liberi da Dentro”. “Dentro il carcere – scrive il vignettista trentino su Ig – il tempo si dilata. Le ore si assomigliano, i giorni si confondono. È una routine che appiattisce, che spegne. Ma c’è qualcosa che può rompere questo silenzio, accendere la mente, far viaggiare il cuore: un libro. Anche dietro le sbarre, un libro può spalancare il mondo. Un libro può diventare rifugio, scoperta, libertà. Può nutrire la conoscenza, far nascere nuove consapevolezze, accendere il desiderio di cambiare. Può offrire dignità, dare senso al tempo, far intravedere un futuro. In carcere, leggere non è solo un modo per passare il tempo. È un’opportunità per ricominciare. Per capire, Per immaginare e impostare una vita diversa. Una biblioteca in carcere non è un privilegio, ma uno strumento fondamentale di crescita, formazione, reinserimento sociale ed un diritto”.
“Un libro al giorno è un passo verso la libertà”. “Fuori e dentro, parte della stessa società”. E ancora: “Credere nelle seconde possibilità è credere nell’umanità”. “Dietro ogni errore c’è una persona che può ricominciare”. “La cultura può essere la forza che trasforma le persone”. Sono le voci e i volti dei volontari di Apas a raccontare in un video pubblicato su YouTube, il concetto profondo di giustizia riparativa che sta alla base del progetto “I libri liberano” e, più in generale, dell’attività della rete “Liberi da Dentro”. Un concetto, quello della giustizia riparativa, che fintanto che resta circoscritto alle conferenze di settore va bene, ma che poi quando chiede di essere applicato nel quotidiano, trova di fronte a sé muri più alti e fortificati di quelli del più moderno carcere di massima sicurezza. In una società insoddisfatta e stanca, immersa in un mondo dove la generalizzazione della rabbia e del rancore alimenta inevitabilmente un giustizialismo cieco e sordo, è difficile far spazio alle seconde possibilità per chi ha sbagliato.
Per riaprire il dialogo tra i figlioli prodighi di evangelica memoria e i tanti primogeniti in versione 2.0, “Liberi da Dentro”, si affida ancora una volta alla lettura e alle parole. Oltre al progetto “I libri liberano”, infatti, ha in agenda due edizioni della “Biblioteca vivente”, una delle quali si svolgerà nella casa circondariale di Trento e coinvolgerà undici persone recluse che non hanno la possibilità di uscire. Di cosa si tratta? Come in una biblioteca tradizionale, anche nella Biblioteca vivente è possibile consultare libri su argomenti vari e “prendere in prestito” per un tempo stabilito un “libro umano”. I visitatori potranno così conversare a tu per tu, in maniera informale, con persone che nella quotidianità non avrebbero occasione di incontrare e che spesso sono oggetto di pregiudizi e discriminazioni. Parliamo di detenuti o ex detenuti, che in vista di questi appuntamenti hanno già iniziato un percorso di formazione.
Dopo il primo incontro in carcere, è previsto un secondo appuntamento in primavera, in collaborazione con le biblioteche comunali a Trento, Rovereto, Riva del Garda e in Val di Fiemme. Anche “fuori” ci si prepara a questi incontri. Lo si fa attraverso gruppi di lettura in cui vengono letti libri a tempa carcere e vengono organizzati incontri con l’autore. Alcuni di questi testi saranno letti anche dal gruppo di lettura nato all’interno della casa circondariale di Trento, per permettere uno scambio di opinioni e riflessioni emerse nei diversi gruppi. Gruppo di lettura, quello del carcere che sorge a Spini di Gardolo, che fin da ora può contare su una biblioteca sostanzialmente rinnovata. Questo perché sulla piattaforma Ginger, dove è stata avviata la raccolta fondi per “I libri liberano”, l’obiettivo di 10mila euro che si sono posti i promotori del progetto è stato raccolto. E superato. In sole due settimane, infatti, sono stati raccolti più di 11mila euro. Vista la generosa adesione, gli organizzatori hanno deciso di continuare la raccolta fino al 7 gennaio del prossimo anno, così come programmato. “In pochissimi giorni è stata superata ogni nostra aspettativa – scrivono su Ig –. Ma non ci fermiamo qui. Rilanciamo con un nuovo obiettivo di altri 10.000 €, con cui vogliamo dare ancora più forza a questo progetto di cultura e libertà. Con i nuovi fondi potremo rinnovare ancora meglio la biblioteca introducendo dvd, ebook, audiolibri e lettori; acquistare giochi e materiali che stimolino la creatività e la socialità; organizzare iniziative culturali, dalle presentazioni di libri con gli autori a spettacoli teatrali, dentro e fuori dal carcere, per costruire ponti tra chi è dentro e chi è fuori. Ogni contributo, piccolo o grande, è un gesto che semina conoscenza, dignità e speranza. Continuiamo insieme questo percorso: la cultura non ha sbarre”.