Fatti
Tessere Comunità è la nuova progettualità con cui Cgil di Padova e Legacoop Veneto-Comitato territoriale di Padova guardano a un nuovo futuro nell’assistenza alle persone migranti ospiti dei Centri di accoglienza straordinari (Cas) e del Sistema di accoglienza e integrazione (Sai). In quest’ultimo le cooperative associate a Legacoop seguono nella provincia euganea circa 150 persone, alle quali il progetto sottoscritto la scorsa settimana vuole progressivamente offrire delle attività formative incentrate su diritto del lavoro, tipologie contrattuali, forme di tutela e sicurezza sul lavoro oltre alla sensibilizzazione sul contrasto al caporalato e al lavoro irregolare.
«Il protocollo fornirà alle persone immigrate sia competenze normative sia linguistiche per facilitare il loro inserimento nel territorio – spiega Paolo Pastore, presidente del comitato territoriale di Padova di Legacoop – È un impegno preso da due organizzazioni sociali per superare una situazione di stallo, fornendo consapevolezza su questi temi in modo da avviare così un percorso virtuoso di accoglienza. Conoscendo meglio la realtà che incontreranno, gli immigrati possono diventare una risorsa per il territorio e per le aziende produttive e non un disturbo, come vengono invece considerati da alcune forze politiche».
Non sono però solo gli stranieri i destinatari del progetto, aperto anche a operatori sociali, mediatori culturali e tutor coinvolti nelle varie forme di accoglienza del territorio interessato dall’iniziativa sperimentale – per ora limitata alla prima periferia della città del Santo – in un Veneto che Pastore ricorda essere passato da terra d’emigrazione a luogo d’immigrazione. In questo scenario si inserisce il desiderio di tessere comunità – per richiamare il nome del progetto – secondo l’idea portata avanti ogni giorno dalle cooperative associate a Legacoop: «Non ci si può occupare di accoglienza solo nella dimensione della garanzia di tetto, di cibo e vestiario – conclude il presidente – Per noi significa rendere le persone nella loro interezza e fare in modo che diventi un sistema in cui queste ultime vengano riconosciute e facciano parte di una comunità».
Guarda con soddisfazione al progetto, coerente con le priorità dell’Agenda 2030, del Pnrr e del Piano nazionale di integrazione – anche Cgil, attraverso il segretario confederale di Padova Alioune Badara Diop: «Voglio sottolineare la natura dell’iniziativa, ossia di un progetto che nasce per rispondere alle esigenze di chi oggi si trova spesso nelle frange più fragili della nostra società. L’obiettivo è creare le condizioni affinché i migranti possano inserirsi nel tessuto lavorativo del territorio attraverso un percorso trasparente e normato che di fatto superi il caos, le incongruenze e le opacità legate ai ciclici decreti flussi e click day. Si tratta di un’iniziativa che nasce dalla precisa volontà politica di agire di fronte alle carenze istituzionali, dove la Cgil metterà a disposizione gratuitamente volontari qualificati per la formazione su sicurezza e lingua».