Idee
Nei territori palestinesi occupati la produzione di olio d’oliva negli ultimi tre anni è colata a picco e tra le cause principali ci sono le violenze dei coloni. «Quest’anno è stato possibile raccogliere solo il 20 per cento delle olive coltivate. Le ragioni hanno a che fare anche con il cambiamento climatico, ma soprattutto con il fatto che i contadini non possono raggiungere i loro campi perché i coloni in Cisgiordania glielo impediscono – spiega Rula Al-Khateeb, programme e relations manager della Palestinian Farmers’ Union (Pfu), sindacato che rappresenta sedici organizzazioni agricole attive in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza – Gli attacchi dei coloni che vivono negli insediamenti illegali sono quadruplicati negli ultimi tre anni. Quando gli agricoltori palestinesi cercano di andare a lavorare le loro terre, trovano i coloni che li aspettano e li bloccano, spesso supportati dall’esercito israeliano. A volte, invece, gli agricoltori riescono a raggiungere gli uliveti, ma scoprono che gli alberi sono stati distrutti. In Palestina negli ultimi anni sono state condotte due guerre: una contro la Striscia di Gaza, in cui Israele ha causato quasi 70 mila morti e la popolazione restante sta morendo di fame; l’altra guerra, più nascosta, è in Cisgiordania, dove i coloni sono armati dai ministri estremisti israeliani come Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich. Di fronte a ciò, l’unica soluzione è supportare la resilienza dei palestinesi nel loro territorio. Gli agricoltori hanno il diritto di poter restare nelle loro terre».
In questo contesto si inserisce il progetto di Acs-Associazione di cooperazione e solidarietà, ong padovana attiva nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, che ha lanciato proprio in concomitanza con la stagione di raccolta delle olive, tra ottobre e novembre di quest’anno, la campagna “Olivi-Cultura di pace” insieme all’Arab Agronomist Association, altre organizzazioni palestinesi tra cui il Pfu e cooperative agricole italiane. Secondo il report Olivi sotto assedio elaborato dalle organizzazioni palestinesi partner e diffusi da Acs, solo tra il 1° e il 21 ottobre in West Bank i coloni israeliani hanno commesso 109 azioni violente che includono attacchi contro popolazione locale e attivisti internazionali, danni alle infrastrutture e alle terre coltivate palestinesi e costruzione di nuovi nuclei di insediamenti illegali. «Il nostro obiettivo come Acs Italia, con questo progetto, è supportare le organizzazioni palestinesi e ripiantare ulivi – racconta a la Difesa il presidente di Acs Nicola Manno, direttamente dal villaggio di Beit Furik nel nord della Cisgiordania – Quasi la totalità degli uliveti palestinesi si trovano in aree rurali che sono classificate come zona C, cioè sotto controllo militare israeliano secondo gli accordi di Oslo. Alcuni sono in area B, teoricamente sotto controllo civile palestinese e controllo israeliano per quanto riguarda la sicurezza. Ormai, però, l’area B è diventata di fatto area C, perché gli insediamenti sono ovunque e l’esercito israeliano agisce arbitrariamente in ogni luogo».
Recuperare gli uliveti è uno strumento di resistenza pacifica, perché coltivando la terra i palestinesi la presidiano e la difendono, sostiene Nicola Manno, che aggiunge: «Quello che Israele sta facendo in Cisgiordania punta a impedire l’autosufficienza alimentare della popolazione palestinese. Come? Distruggendo il mercato interno con politiche economiche volte a immettere in West Bank prodotti a bassissimo costo a discapito di quelli locali, impedendo l’accesso a risorse chiave come l’acqua e ostacolando il raggiungimento degli uliveti».
Dal 1978, ogni 29 novembre, ricorre la Giornata internazionale di solidarietà per il popolo palestinese, indetta dall’Onu per celebrare l’anniversario della risoluzione 181 che sosteneva la spartizione della Palestina in due Stati: uno arabo e uno ebraico.
Venerdì 5 dicembre, alle 18, Acs Italia organizza un’apericena solidale per la campagna “Olivi-Cultura di pace”. L’iniziativa è presso la sede di Xe Kidane in via Varmo 6, Padova. Per info sul progetto: www.acs-ong.it