Leone XIV e la lezione di fra’ Lorenzo della Resurrezione: la vita come mistero da abitare
Nel dialogo con i giornalisti sul volo di ritorno dal suo primo viaggio apostolico tra Turchia e Libano, Leone XIV ha evocato sant’Agostino e fra’ Lorenzo della Resurrezione come riferimenti decisivi del suo cammino spirituale e della sua visione ecclesiale. Il Papa ha ricordato il momento dell’“arrendersi” alla chiamata durante il Conclave e ha indicato nella “pratica della presenza di Dio” la chiave per affrontare le prove della vita e discernere la volontà del Signore
Uno dei temi fondamentali di un certo tipo di antropologia, quella che vede il cristianesimo come suo fondamento, è l’uomo che si rivela a se stesso e si interpreta. Questo è un evento misterioso e, seguendo l’Agostino del De Civitate Dei, mostra non solo tutto il valore del vivere pienamente la vita, ma anche la sofferenza che in essa è ineliminabile e che va combattuta dignificando quotidianamente atti e pensieri.
Applicazione pratica tangibile di questa prospettiva teorica si ritrova nelle chiare ma spiritualmente incisive parole che Leone XIV ha pronunciato sul volo di ritorno dal suo primo viaggio apostolico, tra Turchia e Libano dal 27 novembre al 2 dicembre. Ritornando ai momenti del Conclave, il pontefice ha ricordato che, nella sofferenza della decisione collegiale, una volta realizzata la concreta possibilità di diventare pontefice, si è ‘arreso quando ho visto come stavano andando le cose’. Rivelandosi a se stesso come futuro pontefice e interpretandosi come protagonista del futuro del cattolicesimo, Robert Prevost ha vissuto, seppur per un breve momento, il mistero della realizzazione della pienezza della vita umana, affidando poi se stesso a Dio (‘eccoci qua Signore, il capo sei tu, tu guidi la strada’), mostrando quella sensibilità agostiniana che lo ha guidato nei suoi anni in Perù.
Leone XIV, però, ha proseguito oltre e, testimoniando il suo cammino, ha indicato come una delle vie interpretative del suo pontificato un’altra figura che, seppur a molti sconosciuta, ha contraddistinto la sua esperienza: fra’ Lorenzo della Resurrezione (nato in Francia come Nicolas Herman), carmelitano, vissuto nel XVII principalmente a Parigi. Non è un caso che il papa abbia richiamato a sé questa fonte, consigliandone l’approfondimento ai presenti (e quindi a tutto il mondo, considerata l’eco del suo discorso).
L’esperienza biografica del frate francese, tribolata da guerre e conflitti, ma illuminata dalla presenza sommessa ma sincera di Dio, è la perfetta personificazione del mistero agostiniano della vita.
Inoltre, se si considera che fra’ Lorenzo fosse carmelitano, ordine da sempre votato all’approfondimento di questo mistero (Teresa d’Avila e Giovanni della Croce su tutti), la scelta appare senza dubbio appropriata e, anzi, sarebbe già indicativa della direzione che potrebbe prendere il pontificato.
Leone XIV, parlando di fra’ Lorenzo, consiglia la lettura del suo testo forse più significativo: la pratica della presenza di Dio. Questo breve testo, formato da un insieme di conversazioni e di lettere, spiega in che modo fra’ Lorenzo abbia trovato pienezza nella sua vita, come gli eventi da lui vissuti lo abbiano accompagnato nell’interpretazione di se stesso e in che modo la guida di Dio gli abbia permesso di realizzarsi pienamente nella sua persona:
“non lasciarti scoraggiare dalla repulsione che potresti provare per natura; devi fare violenza a te stesso. All’inizio, spesso si pensa che sia tempo perso; ma devi andare avanti e decidere di perseverare fino alla morte, nonostante tutte le difficoltà che potrebbero presentarsi”.
Da carmelitano, fra’ Lorenzo mostra la difficoltà del cammino di vita, le sue oscurità e la necessità di combattere, affinché la vita stessa si riempia di senso, sia vissuta e rettamente direzionata.
L’esperienza di vita e le parole di fra’ Lorenzo, abilmente richiamato da Leone XIV, risuonano come un invito anche per le nostre comunità. Fra’ Lorenzo non è rivelatore del solo passato del pontefice, ma indica la direzione futura che ogni riflessione spirituale dovrebbe prendere per comprendere meglio i nostri tempi e per costruire un progetto individuale e sociale che difenda e promuova la vita, nella pienezza del suo mistero.