Fatti
“Carceri sovraffollate sono carceri che distruggono, dove i condannati non sono semplicemente confinati dietro mura, ma intrappolati in uno stato di disperato degrado, come se non ci si potesse aspettare di più da loro. Nessuno da questa situazione trae beneficio”. È il monito che i vescovi di Francia lanciano in un messaggio diffuso per il Giubileo dei detenuti, in programma dal 12 al 14 dicembre. “Oggi, il sovraffollamento carcerario in Francia ha raggiunto un livello storico”, denuncia l’episcopato cattolico francese. “Questa situazione determina una peggiore qualità dell’assistenza, diffondendo sentimenti di umiliazione, aumento della violenza e dell’inattività, e una perdita di significato nel lavoro del personale penitenziario”. Una condizione che “impedisce ai detenuti di uscire dal carcere migliori di quando sono entrati, generando così più recidiva che sicurezza”. Per i vescovi, “scegliere di restituire umanità a coloro che hanno fallito, aiutandoli ad assumersi le proprie responsabilità e a immaginare un nuovo futuro, è nell’interesse di tutta la società, a partire dalle vittime”. Da qui l’appello: “Di fronte a questa situazione allarmante e inquietante, desideriamo invitare i leader politici e i giudici del nostro Paese a impegnarsi deliberatamente in nuovi percorsi nell’amministrazione della giustizia e nella condanna di coloro che commettono reati o crimini. Un approccio puramente carcerario è un vicolo cieco. Esistono altri modi per punire rispettando realmente la dignità umana e promuovendo un cambiamento comportamentale”. I vescovi invitano infine “non solo i cattolici, ma tutte le donne e gli uomini di buona volontà” a non rinunciare “alla prospettiva di una fraternità inclusiva che è il fondamento della nostra società”, e a “resistere alla sfiducia e al rifiuto dell’altro”. “Non avere fiducia per gli altri conduce a un mondo infernale fatto di esclusione e di violenza sempre crescente, e a una società sempre più frammentata. Coltiviamo la fiducia, prendiamoci cura di coloro che hanno bisogno di essere sollevati. La speranza non delude!”.