Chiesa
Le comunità cristiane della Terra Santa – in particolare a Gaza, Gerusalemme e in Cisgiordania – vivono da oltre due anni una stagione segnata da sofferenze profonde. Le conseguenze della guerra a Gaza e degli attacchi sempre più violenti dei coloni israeliani in vari villaggi della Cisgiordania, unite all’instabilità diffusa nell’intera regione, hanno provocato violenze, sfollamenti, lutti, impoverimento e un diffuso senso di vulnerabilità. Bambini, giovani, genitori e anziani convivono con traumi e incertezze che hanno incrinato la vita quotidiana e la coesione comunitaria. In molti sperimentano stress cronico, ansia, solitudine; i più piccoli manifestano difficoltà emotive e smarrimento, aggravati dalla mancanza di spazi sicuri e relazionali. In questo contesto, il Natale è stato per due anni avvolto da un silenzio doloroso. Celebrazioni sospese, processioni interrotte, comunità disgregate hanno lasciato il posto alla paura e al lutto. Ora che alcune realtà iniziano timidamente un percorso di ripresa, emerge con forza l’urgenza di sostenere il benessere psicologico, spirituale e materiale delle famiglie cristiane, restituendo alla festa della Natività il suo significato di luce e rinascita.
Guarigione e resilienza. Nasce da qui un progetto di Caritas Jerusalem, denominato “Natale di speranza: un sostegno d’emergenza per i cristiani della Terra Santa”, finanziato da Caritas Italiana, che mira, da un lato a rispondere ai bisogni più pressanti dei cristiani locali, e dall’altro ricostruire reti di fraternità rilanciando celebrazioni natalizie come segno tangibile di speranza condivisa. Gli obiettivi sono chiari, spiegano Caritas Jerusalem e Caritas Italiana: “aiutare i bambini nella guarigione emotiva, accompagnare le famiglie più fragili, ridare pieno significato al Natale in Terra Santa e rafforzare la coesione tra cristiani di Gerusalemme, Cisgiordania e Gaza. Ci si attende un miglioramento del benessere spirituale e psicologico delle comunità, una rinascita della speranza e una partecipazione più attiva di giovani e famiglie alla vita comunitaria”. Le attività del progetto saranno coordinate con parrocchie, associazioni, gruppi scout e realtà ecclesiali locali, per garantire un sostegno capillare. Sono previsti momenti di ascolto, preghiera, laboratori e iniziative comunitarie rivolte a bambini, famiglie e anziani. Saranno spazi sicuri per rielaborare emozioni, rafforzare i legami e ritrovare fiducia, guidati dal messaggio natalizio di pace, fraternità e compassione.
Aiuti a 250 famiglie. Per quanto riguarda le celebrazioni di Natale 2025, Betlemme, Zababdeh e Gaza ospiteranno eventi ufficiali concordati con i responsabili ecclesiali: accensioni degli alberi, preghiere comunitarie, concerti, feste per bambini. In particolare, a Gaza l’attenzione sarà rivolta alle famiglie più colpite dal trauma; a Betlemme e Zababdeh le iniziative sottolineeranno l’unità tra comunità spesso divise da distanze e difficoltà. Il progetto prevede aiuti diretti alle famiglie vulnerabili. Saranno, infatti, sostenute circa 250 famiglie con un contributo straordinario di 300 euro per far fronte ai bisogni essenziali – alimenti, vestiti, beni domestici – e permettere a tutti di vivere il Natale con dignità. La distribuzione avverrà in collaborazione con le parrocchie, privilegiando i nuclei più colpiti dalla crisi, con bambini, anziani, disabilità o mancanza di reddito stabile.
Restituire la gioia del Natale. Le comunità cristiane della Terra Santa, ribadiscono Caritas Jerusalem e Caritas Italiana, “chiedono vicinanza e sostegno in un momento decisivo. Dopo anni di prove, molte famiglie tentano di ricostruire la propria vita e custodire la fede nel quotidiano segnato da incertezza e dolore”.
“La risposta d’emergenza non vuole semplicemente ripristinare celebrazioni, ma accendere nuovamente la luce della speranza nei cuori di quanti hanno perso tanto”.
Sostenere questa iniziativa significa “camminare accanto a bambini, genitori e anziani feriti dai conflitti; significa contribuire a guarire ferite interiori e restituire a tutti la gioia del Natale nella terra dove Cristo è nato. È il tempo di un impegno concreto, fraterno, condiviso: perché la pace e la speranza possano tornare a illuminare la vita dei cristiani della Terra Santa”. Per contribuire al progetto: Donazioni Caritas