Chiesa
Appuntamento in Cattedrale, domenica 28 dicembre alle 16, per la celebrazione di chiusura del Giubileo ordinario 2025, presieduta dal vescovo Claudio. «Assieme potremo ringraziare il Signore per la benevolenza che sempre ci dona, compiendo anche un bel gesto di Chiesa diocesana – ha scritto il vicario generale, don Giuliano Zatti, in una lettera giunta alle comunità cristiane, agli operatori pastorali, ai presbiteri, ai diaconi e ai consacrati – Vorremmo che tutti si sentissero invitati alla celebrazione, in particolare chi ha vissuto l’esperienza del pellegrinaggio nei modi più diversi: da solo, in gruppo, con la parrocchia, nei Giubilei di categoria o in altra occasione, senza che nessuno si senta escluso».
Il primo Giubileo dell’anno, che ha portato a Roma un gruppo “ufficiale” di padovani (insieme ad alcuni pellegrini delle Diocesi vicine), è stato quello del mondo della comunicazione (dal 24 al 26 gennaio). L’ultimo – quello dei volontari – è stato celebrato il 5 dicembre all’Opera della Provvidenza Sant’Antonio, uno dei luoghi giubilari della Diocesi. In mezzo ci sono stati numerosi appuntamenti, che hanno visto farsi “pellegrini di speranza” – tra il territorio diocesano, con i suoi 32 luoghi giubilari (di cui si sono presi cura molti generosi volontari) e Roma – operatori sanitari, comunità etniche, adolescenti (duemila!), ministri straordinari della comunione, mondo del lavoro, catechisti/accompagnatori ed educatori, consacrate e consacrati, giovani, chi vive un legame spezzato, migranti, malati, mondo missionario, insegnanti di religione…
«A tutte le persone che hanno vissuto questi momenti promossi dagli uffici diocesani – sottolinea don Zatti – se ne sono aggiunte molte altre: quelle che sono partite dalle parrocchie in direzione Roma – abbiamo “monitorato”, come Curia, 125 pullman – e altre che, in forma più o meno organizzata, si sono mosse spontaneamente. Ci sono stati poi alcuni appuntamenti diocesani, ormai consolidati, ai quali si è dato anche un “tono” giubilare: penso al tradizionale incontro del vescovo Claudio con i sindaci, in occasione della festa di san Francesco (un momento molto sentito); oppure la mattinata di presentazione del bilancio diocesano all’Opsa. Come non ricordare, poi, la Cattedrale “colorata” dai numerosi giovani provenienti da Francia, Polonia, Romania, Croazia, Bulgaria e Stati Uniti e accolti dalle nostre parrocchie, ma non solo, prima di dirigersi a Roma – insieme a mille giovani padovani! – per il Giubileo loro dedicato dal 28 luglio al 3 agosto?».
Don Zatti riflette: «Siamo partiti l’anno scorso pronunciando
la parola speranza e non mi risulta che quest’anno, se guardiamo il panorama internazionale, le cose abbiano preso pieghe rasserenanti. Questo ci fa vivere interiormente con una certa fatica. Possiamo dire di essere disperati? Nel sussidio per il ritiro spirituale di Avvento dei presbiteri abbiamo riportato una testo di Enzo Bianchi, dal titolo significativo: “Tutti siamo un po’ disperati,
ma la speranza è un’avventura” (La Stampa, 15 febbraio 2025)».
Nell’intreccio, in Diocesi di Padova, tra la “speranza che non delude” del Giubileo e il cammino di attuazione del Sinodo diocesano – i nuovi orientamenti per la catechesi, la definizione delle collaborazioni pastorali, l’anno di sensibilizzazione ai ministeri battesimali… – don Zatti coglie un particolare atteggiamento da parte delle persone coinvolte: «Una presa d’atto del momento, anche se tutto non è chiaro, con una sana e ostinata responsabilità. Penso che questo sia un percorso di speranza, anche se non vorrei “sprecare” la parola… Vedo che nelle nostre parrocchie c’è disponibilità a cogliere la realtà, ad affrontarla e a darle forma. Non so se sia speranza, ma sicuramente è desiderio di crescere, di portare avanti ciò che la Chiesa di Padova ha immaginato per il proprio futuro».
Guardando al futuro, don Giuliano Zatti condivide questo pensiero: «Spero che la speranza ci venga restituita. Il Giubileo ha messo al centro la “speranza che non delude”: io spero che Dio non ci deluda, prima di tutto, e che ci doniamo speranza e fiducia reciprocamente. Questo è il “mestiere” dei cristiani: dirsi e darsi fiducia e speranza, nelle persone, nel tempo, nella storia».
In occasione del Giubileo ordinario 2025, la Chiesa di Padova ha individuato tre progetti di carità per vivere nella concretezza l’Anno santo: “Vi sia uguaglianza”, un aiuto alle parrocchie della Diocesi in pesante difficoltà economica, quale segno di unità;
le Cucine economiche popolari, contributo alla costruzione della nuova sede nell’area del Tempio della pace a Padova, per l’accoglienza e l’accompagnamento di persone in situazione di grave vulnerabilità (i passi compiuti si possono seguire nella pagina Facebook delle Cucine); la missione diocesana a Roraima (Brasile), sostegno alle lotta pacifica dei popoli indigeni dell’area pastorale di Paracaima, al confine con il Venezuela, in difesa dei loro diritti e contro lo sfruttamento dei loro territori (per seguire il progetto si può vedere la pagina Facebook del Centro missionario diocesano).
Il 20 gennaio, dalle 9.30 alle 11.30 in Seminario maggiore, i responsabili dei luoghi giubilari presenti in Diocesi si incontrano per un momento di restituzione di quanto vissuto durante l’anno.

Papa Leone XIV chiuderà la Porta santa della basilica di San Pietro il 6 gennaio, solennità dell’Epifania (alle 9.30). Le altre Porte sante, tutte nelle basiliche romane, saranno chiuse nelle seguenti date: 25 dicembre, Santa Maria Maggiore; 27 dicembre, San Giovanni in Laterano; 28 dicembre, San Paolo fuori le mura. Nella stessa data si chiuderà il Giubileo nelle Chiese particolari.