Mosaico
Tutto è partito con un’idea semplice di don Federico Zago, parroco di Gallio: «Ragazzi, perché non facciamo noi il presepe in chiesa quest’anno?». Una frase detta una sera di giugno in mezzo ai boschi della Val di Nos. «Ma come spesso accade – afferma don Zago – nelle cose buone, lo Spirito Santo soffia… e i papà non sanno dire di no. Tant’è che entrando in chiesa a Gallio si sentiva profumo di legno tagliato, vernice fresca e… un pizzico di sana improvvisazione artigianale». È il risultato del lavoro di tre settimane dei papà del gruppo giovani famiglie (più un super nonno!), che quest’anno hanno dato vita a un grande presepe in chiesa. «Un’opera bella, curata e soprattutto ricca di significato – enuncia don Federico Zago – Si è partiti dalla base che il gruppo giovani aveva portato per il Natale 2021 in aula Paolo VI in Vaticano a papa Francesco, per ampliarlo e arricchirlo di tante novità. È stato un vero e proprio “cantiere natalizio”: serate passate tra seghetti, martelli, chiodi, assi di legno e idee condivise, con qualche battuta per stemperare la fatica e l’immancabile tazzina di caffè preparata da Enrico Peterlin, membro dell’albo dei Fedeli servitori della Diocesi».
Il risultato di questo lavorìo è un presepe che conquista subito lo sguardo: semplice e imponente allo stesso tempo, pensato per accompagnare la comunità verso la notte di Natale. Al centro della scenografia spicca la mangiatoia, punto focale dell’intera composizione. Non è un caso: proprio attorno a quel piccolo segno di povertà e accoglienza i papà hanno modellato luci, scenografie e personaggi.
«Nel guardare il presepe – spiega il parroco – le parole dell’evangelista Luca risuonano chiare: “Questo è per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia” . Un segno semplice, ma capace di cambiare tutto. Ed è proprio questa “semplicità che parla” che i papà hanno voluto trasmettere: come nel Vangelo di Giovanni, dove si legge “E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”, anche il presepe diventa un invito a riscoprire la vicinanza di un Dio che sceglie le cose piccole per dire ciò che è grande».
Il gruppo giovani famiglie non ha una lunga storia alle spalle: è nato dopo una semplice giornata trascorsa insieme all’inizio della scorsa estate. Oggi conta oltre venti famiglie (ma che, incontro dopo incontro, si allarga sempre di più), si incontra periodicamente, alternando momenti di riflessione – spesso proprio alla luce delle pagine del Vangelo – a momenti di svago, cene condivise e iniziative per la comunità. Il presepe è solo il più recente frutto di questo cammino comune. «Per chi passa in chiesa in questi giorni – conclude don Zago – il messaggio è chiaro: c’è un gruppo di famiglie giovani, unito e anche un po’ creativo, che ha messo cuore e mani (e qualche cerotto) per preparare il Natale della comunità».