StorieL'associazione Il Futuro conta una cinquantina di donatori di sangue, venti da appena un mese. Frutto dell'impegno per il dialogo e l'integrazione che dura dal 2005 a Thiene.
Senso civico. Bastano due parole per spiegare la scelta di venti membri dell’associazione culturale e sportiva Il Futuro di Thiene di diventare donatori di sangue nelle fila della Fidas locale. Nulla di straordinario si direbbe. Eppure l’episodio ha fatto notizia: ne hanno parlato Il Giornale di Vicenza, i quotidiani on line dell’Alto vicentino, anche le televisioni locali. Sarà forse perché Il Futuro gestisce dal 2005 il centro islamico di via del Rosario e riunisce circa 150 fedeli musulmani provenienti da Marocco, Tunisia, Algeria, ma anche da Albania, Macedonia e dal Pakistan. Eppure, basterebbe dare un’occhiata alle attività che negli anni l’associazione ha promosso o alla fitta agenda che il consiglio direttivo ha predisposto per il 2018 per capire come il senso civico sia una costante per questi cittadini in Italia ormai da molti anni. «Facciamo parte della società italiana molto tempo – sottolinea Abbes Nordine, presidente da metà gennaio – sentiamo l’esigenza di fare anche noi la nostra parte. Anche nella donazione del sangue».
I venti nuovi donatori infatti non sono i primi. Si aggiungono anzi a una trentina già attivi, qualcuno anche da molti anni. «Abbiamo organizzato un incontro di sensibilizzazione qui nel nostro centro alcune settimane fa – riprende Abbes di fronte a un bicchiere di tè fumante – Grazie all’intervento dei responsabili della Fidas e dell’imam Layachi, i presenti hanno compreso che donare non solo è ammesso dalla nostra cultura, ma è anche prescritto dal Corano».
Il passaggio fondamentale è l’informazione. «Molte famiglie straniere – continua il presidente – non conoscono le procedure, né comprendono come un gesto così semplice possa donare la vita ad altri. E questo vale anche, per esempio, per il cordone ombelicale. Ci stiamo impegnando perché sempre più persone entrino in questa logica del dono gratuito ad altri».
Tra i veterani c’è Lahrach Sadeq, tecnico meccanico in Italia da 25 anni, segretario dell’associazione. «Ho iniziato 15 anni fa, anche perché ho visto alcuni miei parenti, malati, aver bisogno di sangue. Mi sono detto: forse anche io un giorno avrò questa necessità, quella sarà eventualmente la mia ricompensa per tutti questi anni di donazione, altrimenti ci rimane la certezza di aver compiuto un gesto prezioso, riconosciuto anche dalla sharia». Tra i nuovi donatori – oggi una cinquantina in tutto – c’è invece Abdssamad Sedoune: «Davvero non c’è motivo per non donare il sangue: un atto di pura generosità e una lezione di solidarietà. Purtroppo, però, anche per noi che siamo in Italia da molto tempo, non è facile avere un’occasione in cui gli specialisti spieghino bene come funziona. In questo senso vivere l’associazione è fondamentale per le relazioni e per l’integrazione».
E a riprova di queste parole – come si diceva in apertura – ci sono le innumerevoli occasioni in cui Il Futuro è stato in prima linea sui temi del contrasto al gioco d’azzardo e al terrorismo e nella cura dell’ambiente con una giornata ecologica. Ma anche in occasioni ecclesiali, come la Fiaccolata per la pace dei vicariati di Thiene e Caltrano o la giornata del dialogo cristiano-islamico, che hanno cementato le relazioni con le parrocchie e i movimenti, tra cui la locale Comunità di Sant’Egidio. Il rapporto è speciale con la comunità cristiana e il quartiere del Santo, dove il centro sorge. E dove si trova il cantiere della nuova struttura che ospiterà l’affollata preghiera del venerdì e le attività culturali, finita suo malgrado al centro delle polemiche nel corso dell’ultima campagna elettorale per le amministrative 2017. Ma l’obiettivo conoscenza e integrazione rimane sempre la prima delle priorità. Per questo Il Futuro è già in pista – assieme a tutta la commissione – per l’organizzazione della Festa dei popoli che tornerà a Thiene il 17 giugno.
