StorieCroce Verde 110 anni fa, dopo due anni dalla fondazione, la Pia Opera stipula una convenzione con il Comune di Padova per svolgere il servizio di trasporto in città e periferia di ammalati, feriti e infortunati
Gennaio 1915: la Pia Opera Croce Verde stipula una convenzione con il Comune di Padova per svolgere il servizio di trasporto in città e periferia di ammalati, feriti, infortunati. Nello stesso tempo viene acquistata la prima ambulanza – che sarà chiamata “autolettiga” – modellata su telaio offerto dalla Fiat. Sarà fortemente impegnata, essendo tempo di guerra, nel trasporto di soldati feriti. Il Primo conflitto mondiale imporrà fatiche e sofferenze aggiuntive all’Opera, soprattutto per le incursioni aeree nemiche e per la carenza di volontari partiti per il fronte. Per le origini di questa “avventura” bisogna risalire all’inizio del Novecento, quando un gruppo di padovani – uscendo da una trattoria del centro – s’imbatte in un uomo disteso a terra: appare ferito a una gamba, bisognoso di cure. Decidono di soccorrerlo e lo portano dove sarà assistito e medicato. Al tempo non esisteva un servizio pubblico destinato a provvedere in tali situazioni. In qualche caso, si usavano barelle trasportate a mano o trainate da cavalli per raggiungere associazioni laiche o religiose che gestivano ospizi, ospedali, orfanotrofi. L’episodio citato rientrava, ma in modo esemplare, in un clima sociale incline alla beneficenza e alla concreta solidarietà. È riportato in varie cronache come un antefatto significativo soprattutto per l’avvio, qualche tempo dopo, di un’opera assistenziale che avrà lunga vita. Marzo 1913: cittadini della più varia estrazione sociale e professionale decidono di dar vita a una associazione destinata al trasporto e all’assistenza ai feriti e agli ammalati. Rispondono in molti all’appello firmato dal chirurgo Giovanni Alessio. Si delibera subito di indire un’assemblea costitutiva per l’8 giugno. Persone delle più varie categorie interverranno in numero rilevante all’incontro; verrà eletto presidente Mario Morpurgo. I soci volontari prendono il nome di “militi”; in prevalenza sono operai, artigiani e commercianti dotati di sentimenti umanitari, ma li affiancano, con pari sensibilità, nobili, professionisti, persone abbienti nel ruolo di “soci contribuenti”. Si adotta una divisa che comprende berretto, giubba e calzoni di tela grigio scura, cintura, gambali, un bracciale bianco con la croce di colore verde e il distintivo. Viene nominato al vertice un consiglio direttivo, mentre guida la struttura operativa un comandante dei militi volontari (che non vengono qualificati come soci, quindi non hanno diritto al voto in assemblea). La prima sede della nuova associazione – chiamata Pia Opera Croce Verde – sarà in via Cesare Battisti a Padova. I volontari in servizio di notte dormiranno nei primi tempi in un unico stanzone con dodici posti letto. Come primo “comandante” è scelto un appuntato dei Carabinieri, Eugenio Bottazzo, che diventerà una figura mitica del periodo inaugurale per il coraggio dimostrato in lunghe trasferte nelle periferie più lontane da Padova, e nel corso della Prima guerra mondiale, specialmente durante i bombardamenti aerei nemici. Negli anni della Seconda guerra mondiale cadono in combattimento anche undici volontari, i ranghi dunque sono fatalmente ridotti. L’Opera, però, continua a far fronte ai crescenti impegni per aiutare la gente. Nel secondo dopoguerra è investita dalla benefica “febbre” morale della ricostruzione e così si infoltisce il numero dei benefattori. E l’Opera continua a crescere. Rispondendo, con intelligenza e spirito aperto alle nuove possibilità, fino agli anni Ottanta perfezionerà le sue dotazioni inserendo anche attività complementari e offrendo modalità di assistenza via via più raffinate. Durante la presidenza Tedeschi (1968- 1986) si approva un nuovo statuto che allarga a tutti i soci (senza distinzioni di appartenenza) il diritto di voto e viene poi inaugurata l’attuale sede di via Nazareth. Nel 1979 vengono ammesse a militare a pieno titolo le donne e sorge il gruppo podisti. Ma la storia non finisce qui…
Nel 1926, con regio decreto l’associazione diventa ente morale con personalità di diritto pubblico, apre una guardia medica e una “poliambulanzapoliambulatorio” con il compito di fornire cure gratuite ai meno abbienti. Nel 1928 tutti i farmacisti di Padova assumono la qualifica di “soci attivi” e le farmacie diventano presidi di primo soccorso. Nel 1934 è fondato il Gruppo donatori di sangue: questo, non potendo essere conservato, viene trasfuso direttamente da braccio a braccio.
Angelo Augello
