StorieQamar Abbas, del Pakistan, da sempre coltiva la passione per la corsa. A fine 2022 decide di partire per l’Europa per tentare di diventare un atleta e trovare un lavoro. Grazie all’associazione Run Padova realizza il suo sogno e trova anche una grande famiglia che lo accoglie
Qamar corre veloce. Sente l’aria accarezzargli la pelle, il calore del sole che nella primavera inizia a riproporsi, gli scalda il volto. Socchiude gli occhi, i muscoli delle gambe si contraggono e si rilassano senza esitazioni nel suo avanzare. Immagina, ha davanti a sé i luoghi, gli spazi aperti di quando da giovanissimo si muoveva agile sulle strade polverose del suo Paese, il Pakistan. Lì colori, suoni e profumi erano diversi. Allora come oggi è la corsa a renderlo felice, a farlo stare bene, «per me è vita». La sua storia, attraverso lo sport, alcuni mesi fa si è tinta di solidarietà e di volti. Sono quelli di Roberto, Nicoletta, di Valentina, Angelo, Natale, Stefania, Francesco e tanti altri. Ma riavvolgiamo il nastro. Qamar Abbas è nato in Pakistan, nella città di Faisalabad, 24 anni fa. Nel Paese d’origine sono rimasti i suoi genitori, i due fratelli e la sorella. Sin da giovanissimo inizia l’attività della corsa che lo porta presto a eccellere sulle distanze dei 1.500, 5 mila e 10 mila metri. Per diversi mesi, tra il 2021 e il 2022 fa parte, come rappresentante della zona dove vive, della nazionale di atletica del Pakistan, senza però avere delle garanzie per il suo futuro sportivo. A fine 2022 decide così di partire dal suo Paese per tentare di diventare un atleta in Europa e trovare un lavoro stabile. La prima destinazione è la Romania. Dopo alcuni mesi si sposta in Italia, persuaso da alcuni amici delle buone opportunità a Padova. Qamar, arrivato nel nostro Paese senza un documento valido, inizia a lavorare molte ore al giorno sottopagato. È costretto ad accettarlo per poter sopravvivere. Ma in testa gli rimane il desiderio della corsa che negli ultimi tempi ha trascurato, fiaccato dal lavoro. Un martedì di inizio aprile dell’anno scorso avviene l’incontro che gli cambierà la vita: è una sera mite e il ragazzo è a Padova, in Prato della Valle. Il suo desiderio è poter incontrare qualcuno per condividere gli allenamenti. «Excuse me» esordisce il giovane che parla solo in inglese, rivolto a un gruppo di persone incrociate in strada, vestite in tenuta sportiva. È il gruppo della Run Padova, un’associazione dilettantistica che promuove la corsa e la camminata. «Ci ha chiesto se poteva correre con noi – spiega il presidente e tra i fondatori della Run Padova Roberto Tonello – ci ha raccontato che lavorava tutto il giorno e poi la sera fare sport sarebbe stato un modo per distrarsi e ricaricarsi. Da quel giorno in poi il ragazzo tutti i martedì ci aspettava nella grande piazza, in attesa del nostro arrivo». Successivamente anche il giovedì e la domenica il giovane si aggrega all’associazione, per gli allenamenti e le gare. Il gruppo podistico si lega sempre di più al giovane «che si è fatto voler bene – sostiene Roberto – Ci ha colpito la sua dolcezza, la disponibilità e la buona volontà. Abbiamo percepito che soffriva la mancanza della famiglia. Sin da subito abbiamo cercato di integrarlo il più possibile; poteva essere il figlio di ciascuno di noi. Abbiamo colto che stava bene quando correva con il nostro gruppo». I podisti della Run Padova lo aiutano in tanti modi «in una catena di solidarietà», affinché possa sempre più vivere la sua grande passione. Un episodio sottolinea il loro affetto per Qamar: a maggio al giovane rubano il monopattino, l’unico mezzo che gli consente di spostarsi e di raggiungere i posti degli allenamenti. Nel giro di qualche giorno i soci della Run Padova con una colletta, riescono a ricomprargliene uno nuovo: «Quando l’ho ricevuto ero molto emozionato, non me lo aspettavo» ricorda Qamar sorridendo. A fine giugno 2024 il giovane è costretto a lasciare il nostro Paese perché gli scade il permesso di soggiorno che nel frattempo aveva avuto. «“Devo andare via” ci ha detto con le lacrime agli occhi – ricorda Roberto Tonello – e le sue lacrime sono diventate le nostre. Ci eravamo legati». Qamar rimane in Portogallo fino a gennaio 2025, quando riceve un altro segno di affetto e vicinanza: «Mi ha telefonato Roberto, dicendomi che mi avevano trovato un lavoro dignitoso, con la possibilità di rientrare in Italia. Non ho neanche chiesto che tipo di mansione fosse o altre questioni; non importava, fondamentale era ritornare. Gli ho risposto subito, “vengo solo per te”. Ero felice». Soprattutto la famiglia di Roberto Tonello, con la moglie Nicoletta e la figlia Valentina, è stata vicina al giovane: «Qamar è entrato nella nostra vita, l’abbiamo accolto come un famigliare, aiutandolo nelle sue difficoltà e fatiche. Abbiamo provato ad aiutarlo in tutti i modi». Il giovane pakistano si è reso conto nel tempo della benevolenza della famiglia di Roberto e di tanti altri della Run Padova: «Ho pensato “non sono parte di un gruppo, sono parte di una famiglia che mi vuole bene”. Percepisco che c’è qualcuno che si preoccupa e ci tiene veramente tanto a me. Queste sensazioni le ho avvertite particolarmente con la famiglia di Roberto». Qamar oggi corre felice: lo sport ha reso possibile un piccolo miracolo.
Qamar Abbas è nato in Pakistan, a Faisalabad, 24 anni fa. Da sempre ama la corsa. A fine 2022 parte per l’Europa per diventare un atleta e trovare un lavoro. Vive in Romania, Italia, Portogallo. A gennaio 2025 è di nuovo in Italia. Tanti soci di Run Padova, e in particolare la famiglia di Roberto Tonello, l’hanno aiutato a costruirsi una vita dignitosa nel nostro Paese.
È un’associazione nata nel dicembre del 2016 da sette amici appassionati soprattutto della corsa. Ha nel suo dna il sostegno a realtà del territorio che realizza attraverso l’organizzazione di eventi sportivi, con le quote associative e attingendo dal contributo dato dagli sponsor. Ogni 3 anni la Run Padova sceglie la realtà da aiutare: dal 2023 viene sostenuta l’associazione Sofia onlus che si occupa di supportare i bambini trapiantati di fegato o affetti da gravi malattie epatiche ed intestinali. «Ci tiene uniti lo sport e la solidarietà – dice Roberto Tonello – Sono i punti su cui abbiamo fondato l’associazione».
