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Dolomiti, non si tutela così la loro bellezza
Olimpiadi a Cortina, nuove piste e funivie, balconi panoramici di acciaio e cemento...
IdeeOlimpiadi a Cortina, nuove piste e funivie, balconi panoramici di acciaio e cemento...
È molto ricco e dettagliato il Dossier-Dolomiti Unesco patrimonio dell’umanità, presentato a Venezia lo scorso dicembre e consegnato a metà gennaio a Parigi al Commissario Unesco da un folto gruppo di organizzazione non governative nazionali italiane e ambientaliste (Mountain Wilderness, Amici della Terra, Legambiente, Lipu, Italia Nostra, Wwf, Federazione protezionisti Sud Tirolesi, Ecoistituto del Veneto Alexander Langer e molte altre).
L’allarme viene lanciato guardando alle Olimpiadi di Cortina, che stanno portando in valle una grande quantità di soldi e favoriscono un modello di sviluppo – per soli 15 giorni! – che non è certo ecosostenibile come viene dichiarato. Per Giancarlo Gazzola, vice presidente di Mountain Wilderness, «con la Fondazione delle Olimpiadi 2021 abbiamo tentato di parlare per limitare i danni, ma non ci hanno ascoltato. Gli impianti sciistici delle Tofane continuano a essere soggetti ad ampliamenti, non ci sono treni che arrivano e pensiamo che solo di atleti e seguito arriveranno in 14 mila persone a cui aggiungere tutti i turisti».
Ma Gazzola guarda anche oltre le Olimpiadi, chiedendo un intervento deciso e vigoroso presso la Fondazione Dolomiti Patrimonio dell’umanità, che da dieci anni ha utilizzato il logo Unesco solo per marketing turistico, disattendendo le speranze di quelle ong ambientaliste che già nel 1993 avevano raccolto le prime firme per far dichiarare le Dolomiti patrimonio Unesco e che ora però denunciano una pericolosa deriva.
«La pressione delle convenienze politiche locali, non esenti da tentazioni mercantilistiche e demagogiche, ha spinto la Fondazione a ripiegare spesso su iniziative marginali, a volte al limite del folklore, costringendola a non ribellarsi di fronte a modelli di sviluppo e fruizione in contrasto con gli scopi di un patrimonio dichiarato dell’umanità».
«La criticità maggiore – conferma il rappresentante dei Protezionisti sud tirolesi – è che nella Fondazione chi decide sono i comuni, le province, le regioni, mentre noi associazioni siamo semplici osservatori». Gli interessi localistici prevalgono ovunque: in Sud Tirolo dove non si mettono d’accordo per la chiusura dei passi, almeno un giorno alla settimana, per evitare i raid motociclistici e l’afflusso di masse di turismo automobilistico
Per non parlare dei 15 balconi panoramici di alta quota realizzati dalla stessa Fondazione Dolomiti Unesco: l’impatto è apparentemente minore di altre opere, ma le Dolomiti sono già di per sé un unico straordinario balcone panoramico che non sentiva il bisogno di protesi di cemento, vetrate e acciaio. Il grido di allarme lanciato in questo ultimo periodo dalle associazioni nazionali per salvaguardare dall’avanzare del consumo indiscriminato aree delle Dolomiti di inestimabile valore paesaggistico, storico, naturalistico, è in fondo lo stesso grido che nella Laudato si’ richiama tutti alla tutela del Bene comune. Almeno noi cristiani riusciremmo ad ascoltarlo? O prevarrà ancora la folle logica di uno sviluppo non sostenibile?
Annalisa Milani