IdeeLa solidarietà diffusa tra cittadini e istituzioni e l’organizzazione rapida per essere subito pronti: «Ora serve mantenere alta la nostra sensibilità»
Li hanno attesi sull’uscio di casa, come una calorosa ospitalità richiede, mentre gli zainetti venivano recuperati dalla pancia dei due bus e i ragazzi, poco alla volta, scendevano. Un saluto con la mano e sorrisi visibili dalle rughe attorno agli occhi perché le normative anti-contagio vietano abbracci e impongono mascherine. Ma il vescovo Claudio Cipolla, don Raffaele Gobbi, rettore del Seminario, e Sabrina Doni, prima cittadina di Rubano, hanno voluto dare personalmente il loro “benvenuto” ai 56 ragazzi accompagnati dalle loro insegnanti. «Sono tutti minorenni e quindi la nostra preoccupazione sarà di aiutarli bene, in modo rispettoso anche per le normative sanitarie e giuridiche – sottolinea il vescovo Claudio – È un impegno enorme in cui dobbiamo mettere a disposizione le nostre competenze e la nostra solidarietà: è un piccolo segno per dire che noi ci siamo per le persone in difficoltà a causa della guerra che produce solo sofferenza. Noi saremmo più contenti se i bambini continuassero a vivere in Ucraina, nella loro terra, in un clima di pace. Come Chiesa posso dire che i nostri messaggi non hanno un peso dal punto di vista economico o sociale, ma possono contare solo sul senso di costruzione del bene comune per il quale tutte le chiese sono disponibili.
Veniamo da lunghi anni di separazione, ma negli ultimi decenni il cammino insieme è stato accelerato: papa Francesco è una figura di rispetto, non dubito che il Santo Padre non osi tutte le sue competenze religiose e di sostegno per far terminare la guerra». Da meno di un mese, don Raffaele Gobbi è il rettore del Seminario. Ai suoi occhi, coglie come un segno l’arrivo proprio in questo momento di un gruppo di giovani così slanciato verso la vita: «Coincide pressoché con l’inizio della Quaresima e questo è un gesto di fraternità molto concreto, sapere di poter accogliere bambini e bambini da un paese martoriato. Abbiamo detto “certamente sì” prim’ancora di ragionarci sopra e poi questo percorso di accoglienza è il frutto di una sinergia tra la chiesa e la realtà bella viva del volontariato. È stato meraviglioso ed emozionante essere travolti dalla gente, con le numerose richieste di solidarietà. Non siamo ancora riusciti a rispondere adeguatamente a tutti i messaggi e alle telefonate, mi verrebbe da dire “troppa grazia” per usare un’espressione mia da cristiano e da credente. Queste creature, questo loro essere anche taciturni, sia un messaggio grande, un invito a fare ulteriormente di più, anche pregare. Adesso serve mantenere alta la nostra sensibilità di essere umani e soprattutto continuare a informarci su quello che succede in Ucraina». «Un’ondata di bene che si è scatenata in pochissimo tempo». Anche i telefoni degli uffici del Comune di Rubano, per giorni hanno squillato: dall’altra parte della cornetta, numerosi messaggi d’aiuto, di essere d’aiuto in qualche maniera. «Alcune società sportive sono già pronte per organizzare attività, altri cittadini vogliono mettere a disposizione il loro tempo – racconta Sabrina Doni, sindaco del paese alle porte di Padova – Sappiamo di essere una piccola goccia d’aiuto in un mare grande, ma già domenica, c’era un via vai continuo di volontari per pulire le stanze e preparare i letti. È un modo di dire che c’è un’intera comunità a dare calore. Noi speriamo che la guerra finisca rapidamente e che gli accordi possano tradursi in pace. Se così non fosse, ci attrezzeremo per far vivere ai ragazzi la loro quotidianità fatta di studio, sport e divertimento».
I numeri sono in costante aggiornamento e soprattutto aumento. Prima di andare in stampa, nel pomeriggio di martedì primo marzo, l’Unhcr fa sapere tramite Twitter che sono 660 mila i rifugiati fuggiti dall’Ucraina nei paesi vicini negli ultimi sei giorni: «La situazione sembra destinata a diventare la più grande crisi di rifugiati in Europa di questo secolo» si legge nel tweet.
Per donazioni in favore degli aiuti a questo progetto si può contribuire (specificando la causale “Emergenza Ucraina”): attraverso bonifico bancario. IBAN: IT58H0501812101000011004009
