Idee
Mutui, non serve allarmismo, ma soluzioni tagliate su misura
La crescita dei tassi d’interesse esclude dall’accesso al credito le fasce di reddito più basse. La crisi apre le porte alla cultura della contrattazione
La crescita dei tassi d’interesse esclude dall’accesso al credito le fasce di reddito più basse. La crisi apre le porte alla cultura della contrattazione
Le decisioni di politica monetaria della Banca centrale europea, l’inflazione che sta scendendo, il contagio finanziario innescato dal crollo di alcune banche a partire dalla Silicon Valley. Questo lo scenario in cui si collocano le politiche di finanziamento, a cominciare dall’accensione di nuovi mutui per l’acquisto della casa, che registrano in questo primo trimestre del 2023 importanti ripercussioni sulle famiglie. Attualmente l’Euribor, il tasso d’interesse medio delle transazioni finanziarie tra le principali banche europee, si attesta al 2,6 per cento ed è previsto in crescita almeno fino a settembre, quando dovrebbe arrivare al 3,75 per cento. Questo trend cosa può significare per i mutui a tasso variabile? «Secondo le nostre stime, per quel che riguarda l’anno corrente, abbiamo già rilevato nei primi due mesi dell’anno un calo della domanda di 20 punti percentuali – spiega Michele Lovato, responsabile per il Nordest e anche per le province di Brescia e Mantova di Kiron, la società di mediazione creditizia di Tecnocasa che si occupa proprio di mutui e prestiti per chi compra casa – La crescita dei tassi di interesse andrà a escludere dall’accesso al credito una parte di domanda che riguarda le fasce di reddito più basse. Di contro assistiamo a una ripresa della domanda di surroga che interessa principalmente coloro che in passato hanno optato per un mutuo a tasso variabile. Negli ultimi anni ci eravamo abituati a tassi medi intorno al 2 per cento che, già dallo scorso anno, sono cresciuti tanto da essere compresi attualmente almeno tra il 3,80 e il 5,30 per cento. Gli aumenti ci sono, ma dobbiamo leggere i numeri di oggi tenendo ben presente che, negli ultimi vent’anni, abbiamo goduto di una lunga stagione a dir poco favorevole visto che le variazioni sono state minime. L’errore è quello di continuare a considerare tutto questo una sorta di “normalità”. Dovremmo, invece, imparare sempre più a fare i conti con queste variazioni preoccupandoci, ma senza allarmismi, e cercando piuttosto soluzioni “tagliate su misura” per quanti intendono contrarre un mutuo, in particolare giovani, coppie e famiglie». Nel 2021 in Italia ci sono state 780 mila compravendite per un giro di 60 miliardi di euro; nel 2022, 750 mila compravendite per 55 miliardi di euro. Il mercato ha avuto una contrazione, ma non si è fermato. Anche in Veneto, se nella prima parte dello scorso anno le compravendite di immobili residenziali sono aumentate ( più 6 per cento), a partire dalla seconda metà dell’anno, con l’inizio dell’incremento dei tassi dei mutui, gli scambi sono rallentati significativamente. Nel secondo semestre 2022, sono diminuiti del 3 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A livello provinciale, da luglio a dicembre, i cali più rilevanti sono stati registrati a Padova (meno 5 per cento) e Treviso (meno 4 per cento). Il rialzo dei mutui pone, ovviamente, delle difficoltà a coloro che sono intenzionati ad accendere un mutuo. Come fare? Ci sono delle agevolazioni? «Per i più giovani, in particolare coloro che non hanno ancora compiuto 36 anni e con un Isee minore di 40 mila euro – conclude Lovato – è possibile richiedere mutui fino al 100 per cento del prezzo d’acquisto dell’immobile, per un massimo di 250 mila euro grazie a un apposito fondo previsto dallo Stato. C’è poi, sempre, la possibilità di beneficiare di tassi scontati e ragionevoli. Il mio consiglio è di sviluppare nel nostro piccolo una cultura della contrattazione e rinegoziazione periodiche sia che si tratti di un mutuo che di una tariffa in bolletta, meglio se rivolgendosi a esperti che ritaglino soluzioni per le nostre tasche che ci permettano di fare progetti per il futuro».
A Padova, nei primi sei mesi del 2022, gli immobili hanno registrato un aumento del valore medio del 1,5 per cento. Addirittura del 6,7 per cento per quanto riguarda Treviso.