IdeeLucrez-IA In onore della prima donna laureata al mondo, l’Università di Padova ha sviluppato un’intelligenza artificiale in grado di scrivere un’opera letteraria. E di tradurla in sette lingue
La presentazione di un libro è solitamente un momento di dialogo tra l’autore e il pubblico: cosa accade però quando l’autore… non esiste? È la domanda che aleggiava lo scorso 19 febbraio nella sala del Consiglio regionale del Veneto durante la presentazione di Dialoghi con il futuro: riflessioni sull’era dell’AI generativa, volume interamente scritto da Lucrez-IA, il modello di intelligenza artificiale sviluppato dall’Università di Padova in collaborazione con Amazon Web Services e Anthropic per rispondere alle esigenze della comunità accademica. L’evento, moderato dal consigliere Arturo Lorenzoni, ha offerto un’occasione di riflessione su un cambiamento che riguarda non più solo il futuro ma il presente. Il libro, prodotto in appena tre ore, in seguito è stato tradotto in inglese e in altre sette lingue (tra cui il dialetto veneto) dalla stessa intelligenza artificiale in appena 45 minuti per versione: «Una vera e propria autobiografia scritta dall’intelligenza artificiale stessa» secondo Dario Da Re, direttore dell’Ufficio Digital learning e multimedia dell’ateneo patavino e curatore del volume. Cuore del progetto è Lucrez-IA, così battezzata in omaggio a Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, prima donna laureata al mondo nel 1678 proprio a Padova. Lucrez-IA non è solo un modello di linguaggio avanzato ma una piattaforma integrata con le infrastrutture dell’ateneo, capace di fornire assistenza personalizzata a docenti e studenti: uno strumento quotidiano per migliaia di docenti e studenti, così come un tempo lo sono diventati la posta elettronica e gli altri strumenti informatici. «Siamo di fronte a una rivoluzione culturale, che impone nuove regole nel modo in cui apprendiamo, produciamo sapere e persino comunichiamo», ha spiegato Da Re durante l’incontro. Il libro però solleva anche interrogativi cruciali: quale sarà il futuro del lavoro intellettuale e come distinguere il valore aggiunto della creatività umana? E, soprattutto, come garantire che l’IA non diventi una fonte incontrollata di informazioni fuorvianti, se non addirittura uno strumento per manipolare l’opinione pubblica e le coscienza? Sotto il primo aspetto resta almeno per il momento fondamentale, ha sottolineato Angelo Calò dell’Università di Padova, il ruolo del prompt designer, ossia colui che guida l’IA nella generazione dei contenuti. Se l’intelligenza artificiale oggi può produrre molto facilmente testi coerenti e articolati (ma anche immagini, musica, programmi per il computer…), è tuttavia l’essere umano che ne determina la qualità e la direzione: «L’intelligenza artificiale accelera il processo creativo, ma il valore rimane nell’interazione con l’uomo, nella capacità da parte di quest’ultimo di formulare le giuste domande e di interpretare le risposte». Per quanto invece riguarda la seconda questione, è stato ricordato che Lucrez-IA nasce proprio con l’obiettivo di fornire uno strumento sicuro, economico ed etico: un suo aspetto chiave è infatti la capacità di operare in un ambiente protetto, in linea con le normative europee sulla privacy e la protezione dei dati. Questo assicura che i contenuti generati e le interazioni con l’IA rimangano confidenziali, un fattore cruciale per il mondo accademico e amministrativo. La possibilità inoltre di personalizzare il modello linguistico rende Lucrez-IA uno strumento versatile, applicabile in diversi contesti educativi e professionali. In Dialoghi con il futuro l’intelligenza artificiale è stata chiamata a “riflettere” sulle sue stesse possibilità e sui suoi limiti, anche in considerazione dello straordinario successo che la sta investendo, che ogni giorno la porta a colonizzare settori sempre più ampi della nostra vita. Presto, per esempio, l’uso di questa tecnologia potrebbe dare un impulso determinante all’automatizzazione dei processi burocratici, con una riduzione significativa dei tempi e dei costi per le amministrazioni e per la cittadinanza: si tratta però di una tra le infinite possibili applicazioni che emergono ogni giorno. Il libro, più che una pubblicazione, è una provocazione: cosa succederà quando l’intelligenza artificiale sarà addestrata su un intero corpus di conoscenza scientifica? Potrà fornire nuove soluzioni ai problemi umani o diventerà una macchina autoreferenziale di produzione automatizzata? Se, inoltre, da un lato strumenti come Lucrez-IA permettono una gestione più efficiente delle informazioni, dall’altro sollevano dubbi sul futuro di professioni tradizionali, dalla traduzione all’editoria, fino allo stesso insegnamento. Un altro tema sollevato durante la presentazione riguarda infine la regolamentazione dell’IA e la necessità di politiche chiare per garantirne un utilizzo etico: l’IA offre opportunità incredibili, ma è fondamentale stabilire linee guida che evitino abusi o distorsioni nella diffusione delle informazioni. «L’IA non può essere fermata, ma possiamo e dobbiamo imparare a usarla con consapevolezza» ha concluso Da Re. La vera sfida insomma, ancora una volta, non è temere l’innovazione, bensì comprenderne le potenzialità e i rischi.
Dialoghi con il futuro: riflessioni sull’era dell’IA generativa (Dario Da Re, Angelo Calò, Davide Ferro, dicembre 2024, 241 pagine). In un’era in cui l’intelligenza artificiale generativa sta rapidamente passando dai laboratori di ricerca alla nostra vita quotidiana, il libro si pone come guida essenziale per navigare in questa rivoluzione tecnologica senza precedenti. Attraverso un’analisi lucida e bilanciata, lo scritto conduce il lettore in un viaggio che parte dalle fondamenta tecnologiche dell’IA, passa per le sue implicazioni socioeconomiche, fino a giungere alle questioni etiche e filosofiche che questa tecnologia solleva.
