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Giornata mondiale della sindrome di Down. A Santa Sofia apre Dadi home
Giornata mondiale della sindrome di Down. Si realizza un sogno in una parte della canonica in comodato gratuito alla coop Vite vere: una casa vacanze
Giornata mondiale della sindrome di Down. Si realizza un sogno in una parte della canonica in comodato gratuito alla coop Vite vere: una casa vacanze
Un po’ in sordina, per lasciare il giusto tempo ai ragazzi per rodarsi e prendere confidenza con le loro nuove mansioni, in occasione del 21 marzo, Giornata mondiale della sindrome di Down, finalmente “Dadi home” apre il suo bel portone, completamente recuperato come tutto l’interno dell’edificio antico lungo via Santa Sofia, valorizzato dalla scelta di mantenere il più possibile materiali e architetture originali riportandoli in luce. La nuova casa per vacanze, gestita dalla cooperativa Vite vere Down Dadi, occupa l’ampia ala della canonica ceduta più di quattro anni fa dalla parrocchia di Santa Sofia in comodato d’uso gratuito con l’onere del restauro. A causa del Covid l’avvio dell’attività è stato rimandato per due anni, ma ora tutto è pronto. Ogni giorno quattro giovani con Trisomia 21, coordinati da un operatore e da una psicologa, si occupano di tutte le mansioni che richiede la struttura: la colazione nell’ampia sala, il riordino delle cinque stanze, il servizio di receptionist… «Volevamo che l’edificio, rimasto in disuso per più di vent’anni e che sorge in pieno centro, a pochi passi da una delle chiese più belle della città – spiega Patrizia Tolot, presidente della cooperativa – avesse una dimensione sociale. Abbiamo scelto di investire nel turismo che è un settore molto amato dai nostri ragazzi, ma su cui non c’eravamo ancora sperimentati». Due ragazze e due ragazzi si sono formati per un anno intero e ora sono pronti a mettersi in gioco in questa nuova esperienza che li porterà a interfacciarsi con turisti, viaggiatori per salute, studio, lavoro e ad acquisire competenze necessarie per poi lavorare anche all’esterno. E Patrizia Tolot coltiva una grande speranza: «Seppur in presenza di una difficoltà, a volte anche importante, vorrei che i turisti che scelgono Dadi home riconoscessero la ricchezza delle persone e la loro professionalità. Non vogliamo la pietà, ma desideriamo stupire con la meraviglia di ciò che sono in grado di fare questi ragazzi, oltre ogni stereotipo o pregiudizio».
La cooperativa Vite vere Down Dadi accompagna circa 250 persone con sindrome di Down insieme alle loro famiglie dalla nascita in poi, con un’articolato sistema di servizi e risposte d’integrazione sociale. «Al Centro Dadi – spiega Tolot – ci si occupa dei più piccoli fino all’età evolutiva, poi c’è il progetto verso l’adultità cominciando dalle medie con le prime esperienze di autonomia. Per i più grandi abbiamo tre “case palestra” e due residenze dove si vive sganciati dalla famiglia d’origine. Novanta dei nostri ragazzi vivono ormai da soli». Anche gli ambiti creativi sono ben avviati, come il laboratorio ateliér di via Reni e il negozio Dadi shop all’Alì di Tencarola dove vengono vendute le creazioni artigianali (nella foto in alto, i quadri di una delle stanze di “Dadi home” tutti realizzati all’atélier). «Anche la socialità ha bisogno di cura: abbiamo una scuola di ballo e teatro sperimentale. E un percorso che educa all’affettività, alle relazioni e alla sessualità. I ragazzi imparano cosa vuol dire stare con gli amici, a gestire le loro emozioni».