MosaicoPer le Edizioni Messaggero sono usciti da poco due libri, uno dedicato a Maria donna di speranza, l’altro propone una lettura della realtà odierna
È dedicata a Maria, donna di speranza una delle ultime pubblicazioni delle Edizioni Messaggero ed è pensato come un pellegrinaggio attraverso gli occhi e il cuore, che invita a camminare tra le pagine del libro, contemplandone le immagini, assaporando le meditazioni proposte, visitando “spiritualmente” la basilica del Santo. Nel libro si alternano, infatti, in poco più di cento pagine, le riflessioni spirituali di fra Antonio Ramina, rettore della basilica di Sant’Antonio, nella prima parte del libro, con le meditazioni artistiche, nella seconda parte, di fra Nicola Galiazzo, frate minore conventuale, architetto e teologo, attualmente nell’équipe di pastorale dell’arte della basilica di Sant’Antonio e direttore dell’ufficio beni e attività culturali dei francescani conventuali del Nord Italia. «Un pellegrinaggio – scrive fra Antonio Ramina nella prima parte del libro – può essere vissuto anche muovendosi tra le pagine di questo libro, contemplandone le immagini, assaporando le meditazioni proposte, vistando “spiritualmente” la Basilica di sant’Antonio in Padova. Dando credito a tale opportunità, le pagine di questo libro intendono offrirci l’occasione di stare in compagnia della Madre del Signore, di meditare accanto a lei, valorizzando alcune immagini mariane all’interno della Basilica di sant’Antonio». Nella seconda parte invece si trovano le foto di alcune delle più pregevoli opere d’arte mariane custodite nel santuario antoniano. La chiave di lettura è il tema della speranza, caratteristica mariana per antonomasia e pietra angolare del Giubileo. «Una piccola avvertenza – sottolinea fra Nicola Galiazzo – queste pagine sono frutto di tante esperienze di incontro con e attraverso l’arte, particolare via di comunicazione ma anche di comunione tra Dio e l’uomo oltre che tra gli uomini. L’esperienza diretta chiede un linguaggio semplice, aperto, affettivo; mi auguro di riuscire a trasmettere nel carattere discorsivo di queste pagine la freschezza e il coinvolgimento dell’esperienza vissuta nel corso degli anni, assaporabile pur se in modo diverso anche nel quotidiano di ogni nostra vita, ovunque e in qualsiasi situazione ciascuno si trovi a vivere». Un altro testo che gioca su due voci, sempre edito da Messaggero, è Il mondo rovesciato di Gesù, un titolo volutamente provocatorio che propone una lettura della realtà odierna a due voci che dialogano fra loro, per affermare che è finito il tempo dell’appartenenza scontata e automatica alla Chiesa, è il tempo della scelta consapevole di essere minoranza alternativa, creativa, cosciente. Le riflessioni degli autori Giuseppe Giunti, per tutti “padre Beppe”, francescano conventuale, volontario in carcere nella sezione dei collaboratori di giustizia e Andrea Tomasetto, giornalista e videomaker, sono nate durante il cammino dei Sabati del silenzio, i ritiri mensili francescani che si volgono da anni a Susa (To), e messe nero su bianco dai due autori. «Questo libro è uno strumento per vedere, almeno per intuire e cogliere bene, la logica con la quale Dio agisce – dice Beppe Giunti nell’introduzione a due voci – paragonandola con quella del mondo, inteso nel senso che Gesù gli attribuisce nel suo insegnamento: l’insieme delle relazioni malate, del tossico sistema di valori che il male ha infiltrato nell’umanità. E balza agli occhi che anche Lui descrive un mondo, ma un mondo rovesciato, davvero alternativo. Il suo rovesciare la logica mondana ci porta nel profondo della nostra persona, del nostro destino, della nostra natura». Andrea Tomasetto, invece, nel presentare il suo “controcanto” rispetto a fra Beppe scrive: «il nostro fine non è evidenziare la bruttezza del mondo moderno, o stigmatizzare gli errori della società contemporanea, ma quello di far vedere come il messaggio di Gesù, a volte apparentemente irragionevole, si regga su una logica alternativa a quella del mondo, rovesciata rispetto a tanti “valori” umani. In questi capitoli vogliamo osservare la realtà e raccontare alcuni suoi aspetti problematici (ma anche positivi)».
