MosaicoVenerdì 7 febbraio alle 20.30 a Camin in biblioteca parrocchiale viene presentato il libro che raccoglie memorie, aneddoti, immagini, fatti storici di un “territorio di confine”
Un rione di Padova si racconta grazie alle minuziose indagini condotte da Mario Squizzato, architetto, e Beatrice De Paolis, insegnante, che si sono occupati di restituire la storia di Camin in Un paese nel primo Novecento (Il Prato, pp. 251), un libro corale perché protagonista è la gente stessa di Camin. «La comunità caminese – esordisce Mario Squizzato – ha partecipato con inusitato entusiasmo aprendo gli album di famiglia e mettendo a disposizione non solo immagini ma soprattutto memorie e aneddoti». Un inquadramento geografico apre il lavoro con la ricostruzione delle diverse contrade (Lavezolo, Ziroti, Gramogne…) che un tempo componevano la località di Camino, toponimo poi diventato Camin, dagli autori definito “territorio di confine”. L’impostazione del libro è molto originale. La storia di Camin è stata restituita attraverso un’indagine del tutto particolare. Ogni anno, fin dalla seconda dominazione austriaca, in parrocchia si svolge la festa della Madonna della Cintura, occasione in cui la statua della Vergine Maria viene portata a spalla dai coscritti: di norma un’immagine solenne ha fissato la memoria di questo particolare evento. Partendo dal 1900 e arrivando al 1940, l’immagine dei coscritti chiamati al prestigioso compito di scortare la statua della Madonna apre le due pagine che il volume dedica a ogni anno restituendo attraverso parole e immagini i fatti più significativi e gustosi di quei 365 giorni. Non vanno poi dimenticati due consistenti approfondimenti che completano la ricerca: l’uno dedicato ai trentasei caduti della Grande Guerra della comunità di Camin curato da Angelo Cecchinato, l’altro alla ricerca delle radici di una devozione, quella della Madonna della Cintura, che da quattro secoli contraddistingue la comunità parrocchiale. Fra gli innumerevoli fatti narrati, nel 1913 Camin salutò la realizzazione di due edifici che tanto segnarono la vita della comunità su due schieramenti opposti: il teatro parrocchiale, prima sala dell’intero circondario ove tuttavia fu consentita soltanto l’esibizione di attori di sesso maschile, e la Casa del Popolo, costruita su impulso della Società di Mutuo Soccorso. In pieno ventennio, nel 1928, il gruppo Balilla di Camin diretto dal maestro Giantin, conseguì il primo premio al concorso corale delle Tre Venezie che ebbe luogo al teatro Verdi, fatto che ebbe ampia eco sulla stampa dell’epoca. L’eccezione che conferma la regola risale al 1929: nell’occasione spettò ai capifamiglia e non ai coscritti della classe 1910 trainare la carretta della Vergine in processione, motivo dovuto alla modifica apportata alla chiamata al servizio di leva che d’allora interessò i ventenni e non più i diciannovenni. Il libro viene presentato venerdì 7 febbraio alle 20.30 in biblioteca parrocchiale.
