Brasile. Contraddizioni della politica, ideologia della disinformazione, paradossali problemi logistici. E i vaccini tardano a partire

Riuscirà il Brasile, terzo Paese al mondo per contagi e secondo per numero di morti, a partire con i vaccini contro il Covid-19, a dispetto delle continue contraddizioni e contorsioni politiche del suo presidente Jair Bolsonaro? E i vaccini arriveranno anche in periferia, dando corpo alla richiesta della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile, che nel messaggio d’inizio anno ha insistito sul fatto che il vaccino “è diritto di tutti”? È questo il tema del giorno in Brasile, e soprattutto nella principale città, San Paolo. Sulla campagna vaccinale, che coincide con il riesplodere della pandemia (circa 50mila casi e un migliaio di morti al giorno, con una situazione che è tornata drammatica a Manaus, capitale dell’Amazzonia) si incrociano questioni diverse, di ordine, sanitario, culturale e politico