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Benzina di nuovo alle stelle: lo sconto non placa i malumori
I distributori segnano due euro al litro La proroga del Governo non soddisfa consumatori né benzinai. Si registrano meno transiti nonostante l’estate
I distributori segnano due euro al litro La proroga del Governo non soddisfa consumatori né benzinai. Si registrano meno transiti nonostante l’estate
La notizia che il Governo abbia deciso di prolungare lo “sconto” sui carburanti fino ai primi giorni d’agosto ha suscitato tiepide se non gelide reazioni sia da parte dei consumatori che dei benzinai. Insufficiente, secondo i primi, che ancora non si rassegnano ai prezzi sopra i due euro al litro di benzina e gasolio; irrealistico secondo gli altri che ancora lamentano di non aver ricevuto i rimborsi del primo taglio delle accise, stimati da Faib Confersercenti fra i 9 e 15 mila euro a esercente.
«Il costo di un litro di benzina è costituito dal margine industriale, le accise e l’Iva – spiega Michele Marsiglia, presidente di Federpetroli – È da considerare che la componente fiscale incide per oltre il 60 per cento sul prezzo finale, problematica che in particolar modo in Italia si riflette sul potere di acquisto dei consumatori. Certamente la volatilità dei mercati petroliferi in questi ultimi mesi o in situazioni geopolitiche delicate, fanno aumentare vertiginosamente le quotazioni del greggio che si riflettono direttamente sul costo finale del prodotto, come tutte le materie prime. Assistiamo a forti oscillazioni al rialzo o al ribasso, ma dovremo abituarci, i mercati finanziari internazionali sono cambiati e vivono di forte speculazione». L’aumento dell’energia è una delle spinte all’inflazione degli ultimi mesi che, nella sola provincia di Padova, è cresciuta in maggio del 7,8 per cento rispetto allo stesso periodo del 2021. Meglio ha fatto Venezia, rimasta al più 5,8 per cento, peggio Verona con un aumento di 8,1 punti percentuali. Attraverso “Osservaprezzi carburanti”, la sezione dedicata sul sito del Ministero dello Sviluppo economico, è possibile mappare il caro-benzina: se prendiamo il tratto di autostrada A14 veneta, al distributore San Pelagio ovest (all’altezza di Due Carrare), la benzina oscilla, in data 27 giugno, 2,326 euro al litro (servito) e 2,109 euro (self); mentre il gasolio sta rispettivamente 2,306 euro (servito) e 2,089 (self). Uscendo dall’autostrada è il distributore Eni di Vigonza quello più caro nella provincia: benzina a 2,109 euro self e gasolio a 2,049, sempre con rifornimento da sé. «La scia di crisi deriva già dagli anni di inizio Covid – continua Marsiglia – dove, per necessità le attività si sono fermate, non solo quelle di raffinazione e logistica, ma anche principalmente di produzione petrolifera. Con il conflitto russo-ucraino tutto si è accentuato. Ormai il mercato del petrolio è cambiato e se l’Italia vuole abbattere i costi dei carburanti e del gas, bisogna che sfrutti i propri giacimenti e le proprie risorse di idrocarburo, sia a terra che in mare. Per vedere i benefici di tutto questo, abbiamo bisogno di un po’ di tempo: non sarviranno mesi, ma qualche anno». Con la Russia in uscita dal mercato energetico europeo, insomma, l’instabilità di breve termine è destinata ad aumentare così come i prezzi che ne sono fortemente influenzati con ricadute prevedibili tanto sull’inflazione quanto, per esempio, sulla mobilità.
«Da qualche settimana nonostante l’estate sia già un dato di fatto, registriamo meno transiti – segnala Antonio Belluco, presidente dei benzinai dell’Ascom di Padova – Per i mezzi pesanti qui il calo è frutto di calcoli aziendali: le imprese razionalizzano i viaggi e cercano di spostarsi a carico vuoto il meno possibile». È il tempo invita anche a riconsiderare il ruolo dell’automobile, magari preferendo la bicicletta per i piccoli spostamenti, o l’acquisto di auto elettriche le cui vendite in Europa sono aumentate in Europa del 53 per cento nel primo trimestre dell’anno. Finché la transizione verde non sarà completata, però, a pagare le spese dei rincari saranno gli automobilisti e le aziende di autotrasporto ma anche i benzinai che guadagnano sempre e solo cinque centesimi al litro.
la guerra d’Etiopia, lacrisi di Suez del 1956; il disastro del Vajont, l’alluvione di Firenze, il terremoto del Friuli del 1976 o dell’Irpinia. Ma anche il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri, finanziamento alla cultura o per il “Salva Italia”.
Rosario Trefiletti, presidente di Centro consumatori Italia: «Le compagnie stanno vendendo con prezzi sopra i due euro al litro. Dai nostri conteggi i carburanti oggi dovrebbero attestarsi a 1,8 al litro con un’evidente speculazione di circa 35 centesimi».