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L’identità del Prosecco da tutelare oltre i regionalismi
Partita aperta contro il Prošek croato Il 14 giugno in Senato si è tenuto un incontro nazionale per salvaguardare un’eccellenza italiana nel mondo
FattiPartita aperta contro il Prošek croato Il 14 giugno in Senato si è tenuto un incontro nazionale per salvaguardare un’eccellenza italiana nel mondo
È una battaglia di identità quella portata avanti dall’Italia per tutelare la denominazione di origine protetta (doc) del Prosecco dalla richiesta di riconoscimento del vino Prošek fatta dalla Croazia alla Comunità europea. È il 22 settembre 2021 quando l’Ue pubblica in Gazzetta ufficiale la domanda di protezione della menzione tradizionale Prošek. Prontamente, entro i sessanta giorni previsti dall’iter, il nostro ministero delle Politiche agricole presenta opposizione a cui seguono le controdeduzioni della Croazia. Ora siamo alle battute finali dell’iter e si attende a breve la decisione della Commissione europea.
«Sarebbe grave – spiega il valdobbiadenese consigliere della Regione Veneto Tommaso Razzolini – se l’Europa decidesse di accogliere la richiesta croata perché autorizzerebbe l’imitazione della denominazione di origine protetta del Prosecco annullandone il valore e avvallando l’Italian sounding ossia quel fenomeno che consiste nell’utilizzo di riferimenti geografici, assonanze, immagini, combinazioni cromatiche e marchi che evocano l’Italia e alcuni dei suoi più famosi prodotti tipici per promuovere la commercializzazione di altra merce inducendo ingannevolmente a credere che siano autentici del belpaese». È infatti innegabile la somiglianza dei due nomi anche se il contenuto delle bottiglie è molto diverso. Il Prosecco doc si produce nell’area Nord orientale dell’Italia e più precisamente nei territori delle cinque province del Veneto di Treviso, Venezia, Vicenza, Padova, Belluno e delle quattro del Friuli Venezia Giulia: Gorizia, Pordenone, Trieste e Udine. Nel 2009 il Prosecco prodotto dalle uve coltivate e vinificate nell’area collinare ristretta a quindici comuni confinanti con Conegliano e Valdobbiadene ha ottenuto la denominazione di origine controllata e garantita (docg). A oggi dunque abbiamo i Prosecco Conegliano Valdobbiadene docg, Asolo docg, Treviso doc e Prosecco doc. «La difesa della denominazione – prosegue Razzolini – è importante non solo per il Prosecco, ma per tutti i prodotti doc: abbiamo, infatti, ottenuto l’appoggio di altri consorzi come quello del Parmigiano Reggiano e dello champagne francese preoccupati della deriva che la decisione europea potrebbe mettere in atto. Ricordiamoci, anche, che secondo uno studio del gruppo di consulenza The European house – Ambrosetti ogni anno la contraffazione dei prodotti italiani, in generale, causa perdite per 70 milioni di euro».
Contro il tentativo di imitare la denominazione del vino italiano lo scorso 14 giugno a Roma si è tenuto l’incontro “Sinergia tra enti per diffondere la cultura del Prosecco in Italia e nel mondo e delle colline di Conegliano e Valdobbiadene Patrimonio dell’umanità” voluto dal presidente della commissione Agricoltura del Senato Gianpaolo Vallardi che ha riunito non solo esponenti politici, ma anche i principali rappresentanti dei consorzi di tutela del Prosecco: «Il nostro vino – ha dichiarato Vallardi – è l’ambasciatore delle eccellenze italiane in Europa e nel mondo. Il tentativo di altri Stati di imitarne la denominazione non passerà mai, perché costituirebbe un inaccettabile colpo al cuore della più profonda tradizione enologica italiana». Tradizione che a giugno è stata documentata su Wikipedia, Wikivoyage e OpenStreetMap grazie alla collaborazione tra l’associazione per il Patrimonio delle colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene e Wikimedia Italia che con l’aiuto di volontari hanno mappato e documentato tutto quello che avviene sulle colline patrimonio dell’umanità.
Dal 2019 le colline sono patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Sono divenute il 55° sito italiano e l’ottavo in Veneto a ottenere questo riconoscimento, grazie a queste caratteristiche: il particolare sistema geomorfologico ad hogback (colline con una cresta stretta e pendenze ripide di inclinazione quasi uguale su entrambi i fianchi.); un caratterepanoramico e un ambiente organico fatto di vigneti e boschi; il paesaggio a mosaico in cui risaltano i piccoli borghi.