Fatti
Covid. Le varianti galoppano e aumentano i non dichiaranti
Covid. Nel Padovano il 40 per cento dei casi potrebbe non essere certificato
FattiCovid. Nel Padovano il 40 per cento dei casi potrebbe non essere certificato
Le sottovarianti di Omicron trainano una nuova ondata, estiva questa volta, di contagi. E così, in Italia, è stato superato il milione di casi notificati di Covid-19 (1.037.511 per l’esattezza, dato registrato lunedì 4 luglio). Ma i numeri reali potrebbero essere altri e soprattutto alti: almeno il cinque per cento della popolazione sarebbe attualmente positivo, secondo l’epidemiologo Carlo La Vecchia, docente di Statistica medica dell’Università di Milano «un numero compreso fra due e quattro milioni di individui, probabilmente intorno a tre milioni». Complessivamente, i dati del ministero della Salute indicano che dall’inizio della pandemia i casi positivi sono stati 18.768.871, i decessi 168.545, dimessi e i guariti 17.590.383, ma come detto, a fronte del milione di casi noti, ci sarebbero circa due milioni di utenti non registrati, probabilmente con pochi sintomi o asintomatici del tutto. I casi di Covid-19 in Italia hanno cominciato a risalire da circa un mese, con un aumento del 28 per cento registrato nella prima settimana di giugno fino a un più 60 per cento della terza settimana, seguito da un aumento del 53 per cento. Questo è principalmente causato dalla sottovariante Omicron BA.5, tra le più contagiose fin qui registrate: ogni individuo infetto può causare in media 20 nuove infezioni, rendendo di fatto il tracciamento estremamente complesso. A questo si aggiunge il graduale alleggerimento delle restrizioni, una percezione di rischio minore, l’utilizzo sempre meno frequente della mascherina (anche in virtù delle disposizioni di legge) e la ripresa a viaggiare, spostarsi e frequentare eventi e occasioni di ritrovo. È qui che si “celano” positivi autodiagnosticati, con tampone rapido “fai da te”, che non ufficializzano il contagio o chi, pur di fronte a sintomi sospetti, non si sottopone a tampone per paura di compromettere le ferie o passare almeno una settimana da recluso in casa. Nel Padovano si parla di circa 40 per cento di casi non dichiarati, mentre ufficialmente l’ultimo bollettino regionale prima di andare in stampa, di martedì 5 luglio, parla di 12.206 nuovi positivi rispetto ai 1.998 di 24 ore prima. Un eviente baldo in avanti. Sono 15, invece, le vittime per un totale di decessi che sale a 14.832. Il numero più alto è quello della provincia di Padova, con 2.638 nuovi casi, segue Treviso con 2.204 contagi, Vicenza con 2.160 e infine Venezia con 2.051 casi. Sotto quota duemila troviamo Verona con 1.831 contagi, mentre a Rovigo e Belluno. Gli effetti di quest’impennata si vedono anche sugli indicatori di pressione ospedaliera: negli ultimi giorni i nuovi ingressi sono aumentati sensibilmente. Nei vari ospedali di Padova e provincia sono assistiti 124 pazienti positivi. Tra questi, sette si trovano in terapia intensiva. E la macchina rischia di ingolfarsi anche a causa del taglio delle risorse per la cessata emergenza. La Regione corre ai ripar con la stipula, fino al 31 dicembre, di contratti libero professionali (a 30 euro lori all’ora) ai medici per far fronte ai servizi riconducibili al Covid.