FattiCosì Daniela Caputo, segretario generale dell'Associazione Dirigenti e Funzionari di Polizia Penitenziaria, ai microfoni di Radio Cusano Campus. "Situazioni preoccupanti che dimostrano quanto sia necessario un cambio di passo"
“Quello che è successo a Milano, a Bologna e in altri istituti minorili è il segnale di un malessere che sfocia in queste azioni. Dopo l’evasione dei detenuti, gli altri hanno appiccato diversi incendi provocando oltre che i danni anche il pericolo di comunità per gli agenti che lavoravano lì. Sono situazioni preoccupanti che dimostrano quanto sia necessario un cambio di passo”. Così Daniela Caputo, segretario generale DirPolPen – Associazione Dirigenti e Funzionari di Polizia Penitenziaria, ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta” condotta da Gianluca Fabi e Emanuela Valente SU Radio Cusano Campus, sul caso del carcere di Beccaria di Milano.”Finché la situazione rimane questa si rischia di arrivare all’episodio drastico. Occorre un intervento a ristabilire l’equilibrio all’interno dell’istituto, perché soltanto dove c’è sicurezza ci può essere rieducazione – ha affermato Caputo -. Il problema del sistema penitenziario è soprattutto un problema sistemico. La polizia penitenziaria è l’unica forza di polizia ad essere gestita da un’amministrazione civile. Un’amministrazione civile non fa una formazione di polizia. Un poliziotto penitenziario deve essere formato per fare sicurezza. L’episodio di Natale dimostra che l’agente si è dimostrato impreparato a gestire una situazione critica perché non è stato formato a farlo. Gli uomini e le donne dei nostri reparti si sentono smarriti e c’è anche tanta paura perché se succede una cosa di questo tipo come interveniamo? E se intervengo ritorno sano e salvo a casa? Si rischia la vita ogni giorno”.
