FattiFin dall’inizio Medici senza frontiere ha chiesto l'assegnazione di un place of safety più vicino rispetto al porto marchigiano. Ma tutte le richieste sono state rifiutate. “Onde alte e maltempo, molte persone sono state male, si poteva evitare”
I primi a scendere sono 5 minori non accompagnati che necessitano di cure. E’ iniziato questa mattina nel porto di Ancona lo sbarco dei 73 naufraghi soccorsi in mare dalla Geo Barents di Medici senza frontiere. ”È stato un viaggio lungo e difficile che ha messo a dura prova tutte le persone a bordo, equipaggio compreso – ha scritto Msf in un post su Twitter -. Si poteva evitare? Assolutamente sì”.
Fin dall’inizio l’organizzazione ha chiesto al Viminale di assegnare un place of safety più vicino rispetto al porto marchigiano. Ma tutte le richieste sono state rifiutate. La navigazione è stata particolarmente difficile per le condizioni meteo marine ostili: “siamo andati a 2,5 nodi, invece di 10 – ha spiegato Fulvia Conte, capo missione della Geo Barents -. Siamo stati costretti a spostare le persone dal ponte inferiore, che era allagato, a quello superiore, dove si sente di più il mare. Le onde erano oltre i 4 metri. Abbiamo dovuto distribuire bustine per vomitare, in tanti sono stati male. Questi 4 giorni in più sono stati una sofferenza inutile e aggiuntiva, che potevano essere evitati con l’assegnazione di un porto sicuro più vicino rispetto a quello di Ancona”.
Dopo lo sbarco i minori non accompagnati saranno accolti nei centri nelle Marche, mentre per gli adulti si cercano posti nei centri del Nord Italia. In tutto i minori a bordo sono 16. Non ci sono donne. “A bordo abbiamo persone fuggite dai centri di detenzione in Libia. Un ragazzo ha segni di bruciature, un altro ha un proiettile nel ginocchio, frutto di una tortura subita di recente” fa sapere Msf. Per quanto riguarda le nazionalità, i sopravvissuti arrivano da Sudan, Nigeria, Ciad, Eritrea, Sud Sudan, Niger, Ghana ed Egitto.
