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Caritas Turchia: città fantasma e sfollati sono il nuovo volto dell’emergenza
La Conferenza episcopale turca si è data come missione in questa emergenza quella di “agire laddove nessuno sta agendo, raggiungendo i più discriminati e i più dimenticati”. “In queste ore - racconta Giulia Longo - è importante per noi capire chi non sta ricevendo aiuti e chi non è inserito ufficialmente nel sistema degli aiuti. Insomma, raggiungere la minoranza della minoranza”. La coordinatrice di Caritas Turchia ricorda che già prima del terremoto, l’Anatolia viveva in una situazione di grande vulnerabilità dovuta alla situazione economica, alla presenza di 5 milioni di profughi che ci sono in questo paese, e ad un confine - quello con la Siria - “che si porta dietro ferite molto profonde"