FattiIl Veneto è la seconda Regione più cementificata in Italia, ma Albignasego sta provando a invertire la rotta, grazie a un piano che negli ultimi cinque anni ha permesso di sottrarre al consumo di suolo 882 mila metri quadrati di terreno, il corrispettivo di 123 campi da calcio.
Tutto è iniziato nel 2017, con la variante 6 al Piano degli interventi, l’amministrazione ha imposto dei limiti alle espansioni urbanistiche, individuando delle tempistiche precise per il convenzionamento delle lottizzazioni, pena la loro decadenza, e cioè il passaggio del terreno da zona edificabile a zona agricola. Sono stati, in questo modo, anticipati i tempi della legge sul consumo di suolo del Veneto e alla fine del 2018, sono stati sottratti al consumo del suolo quasi 217 mila metri quadrati, con un risparmio complessivo di quasi 180 mila metri cubi di costruzioni: anche qui l’immagine, per rendere l’idea, è di 300 case bifamiliari. Ma era solo l’inizio. Di recente, proseguendo su questa strada, con una scelta innovativa rispetto la precedente pianificazione è stata stralciata una superficie complessiva di circa 594.830 metri quadrato di area con destinazione produttiva che è diventata interamente agricola: «Per andare incontro a eventuali esigenze delle imprese del territorio – ha spiegato l’assessore all’urbanistica Valentina Luise – In questo modo promuoviamo politiche che favoriscano la rigenerazione delle aree produttive esistenti che ne avessero necessità». Attualmente le istanze pervenute dai privati richiedono una trasformazione del territorio agricolo in aree residenziali o commerciali per circa 100 mila metri quadrati: «L’intenzione dell’amministrazione – ribadisce l’assessore Luise – è quella, in linea generale, di non accogliere tali richieste di accordo che comportino consumo di suolo, evitando in particolare che aree decadute con la variante 6 possano tornare edificabili. Si proporrà, invece, di valutare quegli accordi che riguardano aree già pianificate in precedenza, che quindi non consumano suolo, nelle quali saranno rimodulati i parametri edilizi al fine di ridurne l’impatto urbanistico e in alcuni casi anche il volume».
