Fatti
Le ricadute locali dei ritardi del Pnrr
In prossimità della scadenza del terzo semestre, il Governo non sembra preoccuparsene. Sta ai cittadini fare monitoraggio critico
In prossimità della scadenza del terzo semestre, il Governo non sembra preoccuparsene. Sta ai cittadini fare monitoraggio critico
Riusciranno i nostri eroi a spendere i soldi del Pnrr tenendo insieme trasparenza, equità e legalità? Se la storia del più grande piano di investimenti pubblici in deficit dai tempi del piano Marshall fosse una commedia all’italiana, probabilmente avrebbe un titolo interrogativo, come il celebre film di Ettore Scola del 1968 con Alberto Sordi e Nino Manfredi. Quasi all’alba del 2024 in Italia le commedie non sempre fanno ridere e di sicuro sul Pnrr c’è poco su cui scherzare ma la domanda essenziale rimane alla base di ogni ragionamento e del progetto dell’Osservatorio civico Pnrr che cerca di monitorare ogni progetto presentato in Veneto: «È impossibile fare un ragionamento in generale, bisogna andare a vedere ente per ente, comune per comune e c’è una grossa differenza poi tra comune come soggetto attuatore del progetto e comune inteso come territorio comunale su cui incide un progetto – mette subito in chiaro Antonio Massariolo, componente dell’Osservatorio – Per questo serve un osservatorio che sia civico, nel senso che dev’essere la gente che va a controllare le singole iniziative sul territorio». Un controllo popolare che va di pari passo con uno politico perché, se dagli annunci il Governo ha espresso più volte l’intenzione di rivedere il Piano tanto nei tempi, nei modi quanto nella provenienza dei fondi integrativi, nulla è stato scritto. «Il nostro obiettivo come osservatorio è anche quello, cioè formare delle persone che poi stiano attente al loro territorio perché i comuni in Veneto sono tanti ed è impossibile per noi giornalisti riuscire a monitorarli tutti – continua Massariolo – Il nuovo tema dei fondi introdotto dal Governo, secondo me, è destinato a generare dei grandi rischi perché un comune come chiunque abbia già fatto l’appalto se poi non riceve il contributo dal Governo perché quel progetto è uscito dagli obiettivi nazionali, i fondi dove li trova?». È il problema di una rimodulazione del Piano in sede europea ma anche, molto più probabilmente, del caso in cui i fondi originariamente previsti e messi a bando non arrivino a coprire per intero gli interventi cantierati. Eventualità nient’affatto remota in un contesto ad alta inflazione come quello che stiamo affrontando negli ultimi mesi. «In questo caso finisce col fallimento della società o si va in causa con il soggetto attuatore – riflette ancora Massariolo – Sarebbe abbastanza tragica come situazione per le aziende. Anche perché poi si rischia di trovarsi alla fine senza l’impresa e senza neanche l’opera compiuta». Dalla cabina di regia convocata nella giornata di lunedì 18 settembre dal Governo traspare tutta questa tensione e sono in molti tra gli osservatori ad aver già descritto quella dell’Esecutivo come una rincorsa tanto alle scadenze quanto agli obiettivi del Piano. Sarebbero, infatti, 18 su 69 i punti che il Governo avrebbe intenzione di cancellare o posticipare. Nel mentre la palla passa all’Europa tanto per l’ok alle modifiche proposte da Roma quanto per l’accredito della quarta tranche di aiuti, senza dimenticare la quinta rata attesa per fine anno che, modifiche alla mano, vedrebbe quasi certamente il suo valore in calo rispetto ai 18 miliardi di euro originariamente attesi. Intorno al Pnrr, insomma, tutto sta andando in scena tranne che una commedia all’Italiana.
Fino a metà dell’anno, gli ultimi dati disponibili rilasciati dal Governo risalivano al 31 dicembre 2021. La pressione e le richieste di vari enti e realtà come OpenPolis più volte sentito dalla Difesa, ha portato il Governo all’aggiornamento dei dati resi pubblici. In un documento prodotto da Antonio Massariolo e pubblicato su Il Bo live, emerge che in Veneto al 1° marzo 2023, sono stati approvati e finanziati 10.264 progetti, che fanno del Veneto la quarta Regione in Italia per numero di azioni. Il totale complessivo dell’investimento è di 13 miliardi di euro di cui 8,3 di sole risorse Pnrr. L’opera più grande è la tratta ferroviaria ad alta velocità Veronabivio Vicenza che è stata finanziata con 2,76 miliardi di euro di cui 1,95 derivanti dal Pnrr e ulteriori 813 milioni da altro finanziamento pubblico. L’aggiudicazione dell’appalto è previsto nei primi mesi del 2024.