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Noventa Padovana. San Vito, ora, è meno distante
Noventa Padovana Il Consiglio comunale ha votato la delibera per includere la frazione di 1.300 abitanti che attualmente appartiene al Comune di Vigonza
FattiNoventa Padovana Il Consiglio comunale ha votato la delibera per includere la frazione di 1.300 abitanti che attualmente appartiene al Comune di Vigonza
La separazione geografica di San Vito con il resto del territorio comunale di Vigonza risale al lontano 1854, quando l’ansa del Brenta fu raddrizzata dagli austriaci, rompendo la continuità territoriale con l’adiacente parrocchia di Perarolo. La barriera naturale del fiume ha dato origine, nel tempo, a sempre minori contatti tra questa comunità e il suo Comune di appartenenza, rinsaldando invece il legame con Noventa. I primi tentativi di dare una forma giuridica a questa situazione di fatto risalgono agli anni Novanta del secolo scorso spinti anche dal referendum informale organizzato dall’amministrazione comunale nel settembre del 1998, che vide la schiacciante vittoria del sì. Da allora la questione ha continuato a emergere ciclicamente nel dibattito politico vigontino, senza però alcun provvedimento concreto. Fino a oggi. Il Consiglio comunale di Noventa Padovana ha, infatti, votato all’unanimità una delibera storica che avvia il processo per includere la frazione di San Vito, circa 1.300 abitanti, nel suo territorio, attualmente parte del Comune di Vigonza. La seduta ha visto la partecipazione del costituzionalista Mario Bertolissi, incaricato di seguire il procedimento sotto il profilo giuridico, oltre a una sessantina di cittadini di San Vito. La palla è ora nelle mani della Regione, a cui spetta l’esame della vicenda e l’indizione di un referendum consultivo: da stabilire se solo tra i residenti di San Vito o tra l’intera popolazione dei due Comuni. «Insieme a Vigonza abbiamo scritto una bella pagina di democrazia – ha commentato il primo cittadino Marcello Bano – Questa delibera è il frutto di numerosi incontri tra le due amministrazioni e di un intenso lavoro di studio e approfondimento su ogni aspetto giuridico, storico, sociale ed economico. Questi cittadini hanno avuto la fortuna di incontrare due sindaci e due consigli comunali che i diritti li prendono sul serio, e hanno fatto quello che non era mai stato fatto in trent’anni».