FattiVita consapevole Da laboratori a vere e proprie scuole di autonomia: nei diurni di Fondazione Irpea, le persone con disabilità muovono i primi passi verso una piena indipendenza
Autonomi non si nasce, autonomi si diventa. Per farlo, però, è necessario essere messi nelle condizioni di riconoscere, acquisire e fare proprie tutta una serie di competenze volte alla gestione del quotidiano e alla costruzione di una propria identità. Soprattutto quando si tratta di soggetti fragili. I centri diurni di Fondazione Irpea lavorano proprio a questo: aiutano la persona con disabilità a sperimentarsi in nuovi contesti sfidanti, la incentivano ad acquisire nuove competenze personali e interpersonali e la stimolano a sviluppare maggior fiducia nelle proprie capacità. Accompagnandola verso il raggiungimento di una vita più felice, consapevole e autonoma. «Da quando nel 2020 siamo passati da un’impostazione più assistenziale a una più legata all’inclusione, le attività dei nostri tre centri diurni sono state completamente rivoluzionate – racconta il direttore Irpea Stefano Rizzo – Ora sarebbe riduttivo definirli dei laboratori, perché in realtà si tratta di vere e proprie “palestre per le relazioni sociali”, in cui l’ospite ha la possibilità di mettere alla prova il proprio livello di autonomia e auto-efficacia, all’interno dello spazio protetto della Fondazione». Una grande fetta della progettazione Irpea è dedicata, per esempio, all’acquisizione di autonomie domestiche di base. «Al centro diurno San Giuseppe di Padova e a Villa San Francesco di Camposampiero sono attivi dei laboratori per imparare a costruire un menù, cucinare, apparecchiare, fare la spesa, lavare, stirare, mentre il diurno Santa Rosa dell’Arcella svolge un progetto di cucina nell’appartamento Casa Ponte della parrocchia di San Leopoldo Mandic a Ponte San Nicolò, in usufrutto alla nostra Fondazione.» Dal desiderio di Elisa, Ilaria e Filippo è nato invece “Muoversi in autonomia”, il progetto che li rende progressivamente indipendenti negli spostamenti da casa al centro, o dal centro allo studio fisioterapico, pianificando insieme alle famiglie i tragitti più affini alle loro necessità e caratteristiche. «In seguito alla progettualità “Stiamo in rete”, che ha portato all’acquisto di strumenti tecnologici, al San Giuseppe è nato inoltre “ComunicAbili”, il progetto che affida la creazione di alcuni contenuti social di Irpea a quattro ospiti: Luisa, Anton, Maria e Edoardo» racconta Rizzo. Il Santa Rosa, invece, ha attiva una collaborazione con l’istituto tecnico e professionale Leonardo da Vinci di Padova: «Una volta a settimana accogliamo una classe quarta per parlare di disabilità e inclusione. Per i nostri ospiti è una preziosa occasione di crescita ed integrazione sociale che accelera il loro percorso di responsabilizzazione». Per sostenere i percorsi di autonomia delle persone con disabilità seguite dalla Fondazione è possibile aderire alla campagna Natale “Il buono che fa del bene”. Per maggiori informazioni: www.irpea.it
