FattiIl supporto del Csv è importante sotto diversi aspetti: dalla formazione al sostegno per la parte burocratica. Lo dimostrano l’esperienza di Piazzola sul Brenta con Città Solidaria e quella dell’associazione Amici dei Popoli con il percorso “Progettare il bene” della Fondazione Cariparo
«Entrare in contatto con il Csv ha cambiato il nostro modo di vedere il volontariato: le associazioni hanno cominciato a lavorare insieme e costruire un unico profilo. Fare attività è semplice ma ci vuole anche “senso” e questo non sempre è facile da tradurre in concreto» è il commento della vice sindaco di Piazzola sul Brenta Cristina Cavinato che ha appena concluso l’esperienza di Città Solidaria dimostrando in concreto come si attua la Carta dei servizi del Csv di Padova e Rovigo. «Abbiamo toccato con mano cosa significa e cosa fa il Csv – continua Cristina Cavinato – perché abbiamo lavorato insieme per tutto il 2024 e siamo riusciti a dare corpo a una progettualità incoraggiante. A Piazzola ci sono più di 70 associazioni che lavorano in maniera indipendente, ma nel 2024 hanno lavorato insieme soprattutto per arrivare alla Festa del volontariato. Solidaria è un’occasione per valorizzare il volontariato che è tanto ma non basta mai e va alimentato e preservato. Col Csv continuiamo la relazione, progettiamo la prossima Festa del volontariato e siamo partner in alcune attività. Non solo. Per le associazioni conoscere il Csv è un obiettivo raggiunto». Istituzione per eccellenza nel nostro territorio è la Fondazione Cariparo con la quale il Csv ha organizzato “Progettare il bene”, un percorso dedicato alle associazioni per aiutare a progettare, «dare strumenti e strategie a questi enti per le loro realizzazioni in modo che al termine potessero partecipare a un bando della Fondazione e chi si è candidato ha visto un riscontro positivo» spiega David Rafael Vaz Fernandes dell’Ufficio progetti erogativi della Fondazione Cariparo.
«La Fondazione Cariparo è un finanziatore del Csv che lavora con le organizzazioni che sono i nostri beneficiari sul territorio e questo ci permette di favorire la crescita di queste organizzazioni nella formazione e crescita – aggiunge Vaz Fernandes – Il Csv è un intermediario utile perché conosce bene i beneficiari, è in grado di collaborare con loro e fornire dei servizi che puntano a farli diventare più forti. Interloquire con il Csv ci consente di avere una migliore conoscenza della realtà in generale e va sottolineato come esemplare il grande impegno del Csv nei confronti della propria mission». Spiega bene questa affermazione l’esperienza dell’associazione Amici dei popoli: «Abbiamo partecipato a un progetto sulla co-progettazione che ci interessava perché è molto attuale, molto difficile e anche molto poco applicata sia dagli Enti pubblici che dalle associazioni perché entrambi i soggetti non sono preparati e questo non dipende da una questione tecnica, ma dalla necessità di un atteggiamento di apertura per mettersi in gioco e realizzare insieme ad altri. Cosa, questa, difficilissima, ho scoperto – racconta Paola Mariani presidente di Amici dei popoli – Il progetto è andato molto bene anche perché il gruppo aveva molte affinità. Si erano iscritte organizzazioni con molte assonanze sia dal punto di vista della cooperazione internazionale sia per l’impegno in ambito interculturale sia per l’impegno sul territorio italiano. Con “Progettare il bene” proposto dalla Fondazione Cariparo ha funzionato meno bene l’aggregazione perché se le associazioni non hanno affinità la co-progettazione non prende concretezza. Abbiamo imparato molto dal punto di vista tecnico ma il risultato è stato modesto perché i punti in comune erano troppo pochi. Sono molte le attività che abbiamo attivato negli anni grazie al Csv e direi che il supporto dato è importante sotto molti profili: dalla formazione alle proposte al sostegno per la parte burocratica fondamentale con la nuova legge sul volontariato».
