Fatti
Casale di Scodosia e Villa Estense. Stimolare la creatività per imparare a gestire le acque
Un videogioco nelle scuole come strumento educativo e di esplorazione del territorio.
FattiUn videogioco nelle scuole come strumento educativo e di esplorazione del territorio.
Fino a metà del Cinquecento il territorio della Bassa Padovana era “pianura liquida”. L’acqua, di fiume o di palude, era la padrona del territorio e fu Venezia, spinta dalla necessità, a realizzare la regolazione idraulica per evitare che la sabbia portata dai fiumi interrasse la laguna e per guadagnare terreno fertile su cui porre gabelle. Prima, nel 12° secolo, ci avevano provato i monaci benedettini di Santa Giustina a Padova, con risultati importanti ma non risolutivi. Un territorio unico, prezioso e dall’equilibrio delicato, le cui acque sono protagoniste della seconda edizione di Play/Ground 2, il progetto che porta il videogioco nelle scuole e lo propone quale strumento educativo e di esplorazione del territorio, che coinvolge 130 studenti e studentesse dell’istituto comprensivo di Casale di Scodosia, e dell’istituto comprensivo di Villa Estense, con cinque scuole nei comuni di Merlara, Casale di Scodosia, Castelbaldo, Sant’Urbano e Sant’Elena. «Il video gioco è un pretesto, l’obiettivo è creare competenze, stimolare i ragazzi alla creatività e far capire l’importanza della gestione delle acque rispetto ai cambiamenti climatici: nel 2023 ci furono temporali fortissimi a Casale di Scodosia, vere bombe d’acqua e molte case ebbero invasi scantinati e primi piani. Siamo quindi partiti dai consorzi di bonifica, sconosciuti ai più, per far capire la necessità della gestione delle acque – spiega Matteo Mingardo, project manager di Glass studio che con Ivipro-Italian videogame program sta realizzando il progetto – I ragazzi devono cogliere l’importanza e pericolosità dell’acqua in questa terra così li abbiamo portati a conoscere le idrovore. Nella Bassa Padovana, lungo alcuni canali e sul Fratta Gorzone, c’è una serie di idrovore importantissime per la gestione dell’acqua, per avere un controllo preciso dei flussi delle acque e conoscerle è affascinante. Nella zona sotto Montagnana ed Este, i territori sono messi in sequenza grazie all’idrovora Vampadore, punto di raccolta e smistamento delle acque e qui i ragazzi oltre a visitare l’idrovora per capire come funziona, hanno incontrato i tecnici che hanno raccontato il valore e il ruolo dei consorzi. Inoltre una guida naturalistica ha spiegato loro dove sono le idrovore perché sono collocate in punti strategici del territorio».
Così i ragazzi hanno imparato che il lago di Vighizzolo è stato prosciugato dai veneziani nel 16° secolo proprio per bonificare e rendere fruibile un’area immensa, un territorio che la mappa redatta da Ercole Peretti nel 1558 – il retratto del Gorzon – mostra una superficie di 36.800 campi padovani corrispondenti a circa 140 chilometri quadrati, che comprendeva quasi tutto il territorio estense, parte del Monselicense antico fino all’Adige e il Montagnanese. Dopo un’introduzione al linguaggio dei videogiochi e la partecipazione a laboratori di game design per apprendere le basi della narrazione, i ragazzi durante i sopralluoghi raccolgono materiali utili, come fotografie e audio. Infine, nei laboratori pratici, gli studenti trasformano le loro idee in visual novel – storie interattive illustrate – e diventano promotori attivi nella sensibilizzazione sul valore e sulla tutela di questo elemento essenziale.