FattiLa Comunità di Sant’Egidio, mercoledì 26 marzo, ha inaugurato a Padova un luogo aperto a tutti, nato per costruire legami e offrire sostegno a chi ha bisogno di supporto
La Casa dell’amicizia prende sempre più forma. Nel pomeriggio di mercoledì 26 marzo è stata, infatti, inaugurata una parte rilevante di questa struttura che rappresenta «un nuovo punto di riferimento per la socialità e il sostegno solidale nel cuore del quartiere Portello» si legge nel comunicato. A volerla è la Sant’Egidio padovana che ha nella parrocchia dell’Immacolata il suo luogo di ritrovo. Per Alessandra Coin, responsabile della Comunità di Sant’Egidio in Veneto, «c’è la soddisfazione e la felicità di poter inaugurare la Casa dell’amicizia, un segno concreto di speranza perché si pone come un luogo dalle porte aperte. Aperte al quartiere, alla città e soprattutto aperte alle persone bisognose che, con i tanti volontari della Sant’Egidio, incontriamo: gli anziani, i giovani universitari, le persone vulnerabili della città, i migranti che partecipano alla scuola di lingua e cultura italiana della Comunità e le tante famiglie». La Casa è in un edificio che un tempo era l’ex patronato della parrocchia dell’Immacolata. Prevede due sale polifunzionali (con una capienza di 100 e 40 posti, per attività culturali, sociali e ricreative); una cucina per momenti conviviali e per il supporto alimentare (come la distribuzione di pacchi alimentari che la Comunità garantisce a tante persone). Nella struttura verranno poi erogati dei “servizi solidali” tra cui l’assistenza legale, l’orientamento al lavoro e di tipo sanitario, una scuola di lingua e cultura italiana e il sostegno scolastico per i bambini attraverso la Scuola della pace che la Sant’Egidio promuove in tante città italiane e non solo. Poi ci sarà un servizio doccia e lavanderia. Il progetto della Casa dell’amicizia ha un altro passo da compiere: il completamento del piano superiore, dove saranno realizzati due appartamenti per convivenze solidali destinate agli anziani. Alessandra Coin sente di dover restituire un «sentito grazie» alle tantissime persone che hanno sostenuto economicamente il progetto e alla Fondazione Cariparo che ha dato un contributo iniziale «manifestando di credere nel progetto. È stato molto importante per noi. Un grazie anche alla parrocchia che ci ha sostenuto con entusiasmo e con l’aiuto concreto. Speriamo di poter avere un altro scatto di generosità da parte di tante persone per poter inaugurare il resto della Casa entro fine anno». (P. G.)
