Il 2019 ci lascia in eredità un mondo che sta andando in fumo, dall’Amazzonia all’Australia. L’effetto domino è sotto gli occhi di tutti, ma preferiamo non vederlo. Fino a quando non sarà troppo tardi
Stiamo collezionando da sempre, disastri ambientali. Ce lo dice la storia. Ce lo dimostrano i fatti. Ma ciò che è peggio è che noi “sapiens sapiens”, da secoli ormai non impariamo più dai nostri errori. Che tristezza quindi, vedere gli stessi “sapiens” festeggiare l’arrivo del nuovo anno tra strette di mano e spumante, mentre tutt’intorno la terra brucia. Mentre i “sapiens politici” chiamati a governare i problemi climatici della terra, si riunivano nella Cop 20 (la Convenzione quadro delle Nazioni Unite per l’ambiente, riunitasi a Lima nel dicembre scorso) andava in fumo pure essa.
Tristezza che serpeggia tra l’impotenza di tutti. Interi continenti bruciano, mentre gli stessi poteri forti si preparano a nuove guerre regionali. Buon anno a tutti, dunque, se queste sono le premesse! Già m’immagino chi legge che dirà: il solito catastrofista. Alt, vorrei essere smentito, giusto perché nell’errore mio ci sarebbe migliore vita per tutti. Invece, basta vedere un telegiornale per capire che la terra sta bruciando.
Un momento, brucia oggi con superfici spaventose, ma a noi uomini è sempre piaciuto usare il fuoco per i nostri interessi. Lo facciamo da sempre, o meglio, da quando l’antropocentrismo di matrice egoistica ci ha fatto credere che tutto, ma proprio tutto, sia al nostro servizio. Alla mercé della nostra utilità.
Auguri quindi per l’anno che verrà. Se doveva partire col botto, i fuochi hanno dato il meglio di noi stessi. L’effetto domino è già iniziato, ma non lo vogliamo vedere. Da “sapiens”, preferiamo fare inutili conferenze piuttosto che spegnere i roghi. Così che da “sapiens”, ci estingueremo grazie a quell’unica cosa che bene ci contraddistingue, unisce e si espande: la nostra profonda, incarnata e tangibile stupidità! Nostra culpa. Nostra grandissima culpa.
