Mosaico | Sagre e FesteUna vera festa della comunità. È quanto andrà a vivere la parrocchia di San Camillo de Lellis in Padova dal 3 al 5 giugno. Stile sobrio, accoglienza ai migranti, attenzione ai giovani le tre caratteristiche che la comunità vuol mettere al centro dell'intero suo cammino pastorale e anche dei giorni di festa.
Una vera festa della comunità. È quanto andrà a vivere la parrocchia di San Camillo de Lellis in Padova dal 3 al 5 giugno. «Si tratta di un’occasione semplice per coinvolgere tutte le nostre realtà – afferma Agostino Cortesi, vicepresidente del consiglio pastorale parrocchiale – È un momento di condivisione, servizio e fraternità. Sono una settantina i volontari addetti alla cucina e alla preparazione del cibo per tutti». Con un’attenzione particolare: «Cerchiamo davvero di praticare uno stile che sia sobrio, con il minimo spreco e una produzione di rifiuti non ecologici residuale, anche grazie all’utilizzo di stoviglie biodegradabili».
I tre giorni non vogliono essere una sagra ma una proposta rivolta esclusivamente alla comunità. «Con un’attenzione ai più piccoli, anche attraverso l’uso del campo da calcio che ospiterà alcuni giochi gonfiabili». La messa delle 11 di domenica 5 giugno rappresenta il momento centrale della festa. «Ci troveremo tutti assieme a celebrare anche liturgicamente san Camillo» spiega il parroco, padre Roberto Nava, camilliano.
Sono in particolare due gli aspetti che caratterizzeranno questi tre giorni. «Il coinvolgimento forte dei volontari – sottolinea il vicepresidente del consiglio pastorale – che poi sono gli stessi che animano i pranzi domenicali di solidarietà, e l’impegno diretto di scout e giovanissimi nell’apparecchiare e spreparare. E secondo, l’attenzione alla sobrietà».
Aspetti che rientrano anche nel lavoro del consiglio pastorale. «Stiamo affrontando diversi nodi. Il primo è l’accoglienza ai profughi. Da settembre scorso abbiamo aderito alla proposta di papa Francesco, ma stiamo ancora cercando un appartamento disponibile. La nostra riflessione si è allargata a livello vicariale e ci stiamo quindi coordinando con la Caritas diocesana, facendo nostre le linee da loro indicate. Abbiamo fatto un’assemblea aperta per presentarle e sottoporre il nostro progetto di accoglienza: una quarantina di persone hanno dato la disponibilità a supportarlo». Altro nodo è la pastorale giovanile. «C’è un grande attenzione alla fascia dopo-cresima, all’integrazione delle diverse proposte e alla formazione degli animatori. Da noi la realtà giovanile è interessante. Il momento del grest, che ancora dopo 40 anni è agli inizi di settembre, permette di catalizzare l’avvio delle attività ed è occasione per allargare i confini. Arrivano, infatti, disponibilità a fare animatori e arbitri dei giochi anche di ragazzi che girano di rado in parrocchia. Molto forte, poi, è la presenza degli scout Agesci Padova 2, vivace e integrata anche a livello di consiglio pastorale». E per quanto riguarda l’iniziazione cristiana, la domenica di Pentecoste ha ricevuto eucaristia e cresima una trentina di ragazzi. «Il primo gruppo a “chiudere” questa parte di cammino. È stata vincente la scelta di questa domenica: abbiamo visto una bella partecipazione delle famiglie e potrebbe essere pensata come proposta anche a livello diocesano».
