Mosaico | Sagre e FesteLa festa, in programma da giovedì 4 a martedì 9 settembre, ha spazzato via la vecchia idea di sagra, graniticamente legata al ballo liscio e alle costicine, per offrire un momento di aggregazione in cui tutti possano riconoscersi.
«In generale, nei paesi, si assiste a una crisi degli oratori. I giovani, infatti, si rivolgono sempre meno ai patronati. Noi a Cazzago possiamo dire di essere in controtendenza, dato che all’interno della nostra sagra il “Cazzago sitis laif” (sic.) permette al nostro patronato di essere raggiunto e abitato da ragazzi e giovani di ogni tipo, desiderosi di far festa assieme a noi». Mauro Franceschin, vicepresidente del consiglio pastorale della parrocchia intitolata a san Martino, esprime tutto il suo ottimismo per un evento che definisce «pastorale a tutti gli effetti».
La festa, in programma da giovedì 4 a martedì 9 settembre, ha spazzato via la vecchia idea di sagra, graniticamente legata al ballo liscio e alle costicine, per offrire un momento di aggregazione in cui tutti possano riconoscersi: «Le nostre proposte sono per i giovani, ma non solo per i giovani, in quanto anche gli adulti e le famiglie apprezzano il nostro stile». «Come parrocchia – scrive nel suo messaggio che anticipa la sagra don Davide Zaffin, dallo scorso novembre parroco a Cazzago – avvertiamo la responsabilità e l’occasione di essere ancora uno dei luoghi del nostro territorio in cui le persone si aggregano, pensano, costruiscono comunità. Siamo lieti che nella nostra sagra trovino spazio grandi e piccini, giovani del “Cazzago sitis laif”, adulti e anziani, tutti uniti dal medesimo spirito: sperimentando la gioia dello stare assieme come fratelli e sorelle, del collaborare con semplicità, possiamo scoprire ancora una volta come il Signore moltiplichi la gioia nei nostri cuori per poter testimoniare quei valori che ci identificano e ci uniscono».
Rinomato lo stand gastronomico, basato esclusivamente sulla cucina tradizionale veneta, dai bigoli al baccalà, ma non mancheranno “incursioni giovanili” a base di birra e “paninassi”. Attenzione anche all’ambiente: la sagra aderisce al progetto “La provincia di Venezia cambia a tavola!”. Rifiuti ridotti al minimo grazie a piatti di ceramica, bicchieri di vetro e posate d’acciaio.
Al di là infatti di musica rock e panini, la dimensione comunitaria è un tratto caratteristico dell’intera manifestazione: «Il primo obiettivo economico della sagra è continuare a pagare i costi della ristrutturazione della nostra chiesa, ma una grande fetta va pure per i progetti missionari: lo scorso anno abbiamo aiutato padre Badolo Kysito, prete del Burkina Faso che era stato da noi durante i suoi studi, a costruire un serbatoio per la raccolta dell’acqua. Quest’anno, invece, destineremo parte del ricavato all’Albania, per un progetto di scolarizzazione, ma aiuteremo anche il Centro missionario della diocesi». Sugli scudi anche il centro parrocchiale gestito dalle Acli, impegnato con tutti i suoi volontari nell’organizzazione della sagra. Per quest’anno si è dato però l’obiettivo nobile di contrastare il fenomeno dilagante della ludopatia attraverso incontri e testimonianze.
