Mosaico | Sagre e FesteDal 26 giugno al 3 luglio la parrocchia di San Tommaso di Albignasego è in festa. Novità di quest’anno l’attenzione al bere responsabilmente, con cocktail analcolici preparati dai giovani dopo alcuni incontri con esperti sulle dipendenze.E ci sarà anche la possibilità di visitare la bellissima cappella degli Obizzi, cuore storico della parrocchia (nella foto).
Nonostante l’attrazione atavica che il veneto medio sviluppa per le costicine di maiale e la scarica di endorfine che solo una mazurka romagnola è capace di rilasciargli, non tutte le sagre sono capaci di esercitare la stessa attrattiva. A volte c’è bisogno di sintonizzarsi con l’attualità. «Pensiamo sia bello entrare dentro una proposta antica come la sagra per trasformarla in qualcosa di moderno, valorizzando quello che è ma aggiungendo, allo stesso momento, dei contenuti nuovi. Anche educativi». È questo, per il parroco don Sandro de Paoli, lo spirito che guiderà dal 26 giugno al 5 luglio la “Festa dell’accoglienza” di San Tommaso di Albignasego, festa patronale per celebrare l’apostolo a ridosso della sua festa, il 3 luglio.
«Stiamo lavorando perché la sagra sia una festa della comunità, l’occasione concreta durante la quale la comunità sia in grado di manifestarsi con la sua vivacità migliore di fronte al territorio. Sono molto coinvolte le famiglie, in particolare i genitori della scuola materna, 250 coppie, che da quest’anno non saranno semplici fruitrici dei giorni di festa, ma anche protagoniste: sarà la festa per le famiglie preparata dalle famiglie». Giorni speciali per valorizzare “Il bene che c’è tra noi”: «C’è una bella collaborazione tra diverse generazioni, giovani e adulti. In molte sagre ogni “età” ha il suo stand e lavora separatamente. Qui si lavora fianco a fianco».
Tra le attenzioni principali il giusto rapporto – specie per quanto riguarda i giovani – con un elemento che contraddistingue la dimensione festiva ma il cui abuso genera danni incalcolabili per la società: l’alcol. «Lanceremo, con i giovani, l’iniziativa “Happy hour, it’s time”, offrendo cocktail analcolici, preparati dai ragazzi stessi, a chi verrà alla sagra. No, non è un’azione improvvisata, ma il frutto di un cammino in cui sono coinvolti i nostri giovanissimi con l’aiuto di persone competenti, per prestare attenzione al mondo delle dipendenze alcoliche». E riflette: «Di solito la polizia locale viene chiamata alle sagre per fare i test dell’alcol, noi vogliamo esattamente il contrario, partendo dall’educazione». In sagra sono protagonisti anche i bambini, con giochi gonfiabili e trucchi: martedì 30 ci sono gli animali della fattoria e un speciale menù a misura di famiglia. Saranno presenti anche i ragazzi della cooperativa Solaris, che da due anni sostengono la sagra con impegno ed entusiasmo.
Ricco lo stand gastronomico: la specialità è il baccalà. Lunedì 29 pesce fritto e martedì 30 speciale “giroprimi”. Giancarlo de Rossi, del comitato organizzatore, non nasconde un pizzico di imbarazzo: «È difficile, tra così tante iniziative, segnalarne solo alcune. Sicuramente, però, la possibilità di visitare in maniera approfondita la chiesa degli Obizzi è imperdibile, come le serate per i giovani di mercoledì 1 e giovedì 2 luglio. Il 1° luglio, alle 21, tutti potranno mettersi in gioco con la Corrida». Venerdì 3 luglio, giorno di San Tommaso, la festa del patrono permetterà a tanti di “tornare indietro nel tempo”. Anno, 1985. «Quest’anno – racconta don Sandro de Paoli – celebro i trent’anni di ordinazione. Abbiamo pensato, per la messa delle 19, di festeggiare anche tutti coloro che celebrano dei “trentesimi”, dunque tutti coloro che nel 1985 sono nati, si sono sposati o sono diventati preti, i miei compagni di classe». Dopo la messa, e la cena in sagra, grande show di Marco e Pippo. «La parola d’ordine – conclude don Sandro – è “condividiamo”. Condividiamo il volontariato: siamo tantissimi. Ma condividiamo anche le idee forti che nutriamo nel cuore, come il no all’alcol, il sì alla solidarietà, all’accoglienza dei disabili, al dialogo. Vorremo che tutti questi sì non fossero solo detti, ma sentiti, profondamente, nel cuore, durante questi giorni di festa».
