Mosaico
Quando a Thiene, a fine 2020, molti locali abbassavano le serrande, un bar del Patronato San Gaetano ha scelto di riaprire. È nato così Sanga-bar, bistrot inclusivo dove cappuccini, biscotti e torte sono preparati e serviti da giovani con disabilità cognitive inseriti nel progetto “Abilmente”. L’iniziativa è figlia di un ascolto lungo e di un’esperienza educativa consolidata. “Molti ragazzi, dopo la scuola, non trovavano un luogo dove continuare a crescere”, racconta Marta Rigo, psicologa, psicoterapeuta e responsabile Engim della sede di Thiene. “Arrivavano alla fine del percorso e si ritrovavano davanti a un vuoto. Non sapevano dove andare, cosa fare, con chi condividere la transizione verso il lavoro”. Aprire un bistrot in un tempo di chiusure è stato un gesto che ha voluto dire fiducia: fiducia nelle persone e nella possibilità di costruire opportunità anche nei momenti più fragili. “Abbiamo deciso di correre il rischio. In quel periodo l’incertezza coinvolgeva tutti, ma proprio per questo servivano spazi reali di apprendimento”.
Un percorso che porta l’autismo dentro i processi produttivi
L’esperienza del bistrot è uno dei volti della proposta formativa di Engim, realtà nazionale che da decenni opera nella formazione professionale, nell’orientamento e nell’accompagnamento al lavoro. Nell’insieme delle sue attività, Engim sostiene ogni anno migliaia di studenti, proponendo percorsi che intrecciano competenze tecniche, educazione alla relazione e attenzione alle fragilità. “Il nostro compito è costruire ponti tra scuola e vita adulta”, osserva Rigo: “Il lavoro non è solo un esito: è un luogo che forma identità, responsabilità, appartenenza”. Per la responsabile, molti giovani con disabilità restano esclusi perché il mondo del lavoro si fonda ancora su un modello rigido: “È un sistema pensato per funzionamenti normotipici. Chiede uniformità, tempi veloci, adattamenti che non sempre sono possibili”. Il progetto prova a ribaltare l’approccio:
Il bistrot dialoga con l’“Officina del buono”, laboratorio che produce biscotti e prodotti da forno destinati al locale e che permette ai giovani di sperimentare mansioni diverse. “È nel fare che nasce l’autonomia”, afferma Rigo: “Nel provare, correggersi, ritentare. Nell’incontro con il cliente, nella gestione del ritmo, nel collaborare con gli altri. È lì che vediamo crescere competenze e sicurezza”.
Lavorare sulle potenzialità per costruire autonomia e competenze
A Thiene il bistrot è diventato un luogo riconoscibile, non solo per i prodotti ma per il clima di relazione che lo caratterizza. “La comunità ha capito che qui non si fa un gesto di bene: si partecipa a un progetto”, sottolinea Rigo. L’illustrazione “Siamo tutti pezzi unici”, realizzata dai ragazzi e presente nel locale, sintetizza l’approccio educativo: “Nessuno è definito dalla diagnosi. Ogni persona porta un modo unico di stare al mondo. Il nostro lavoro è far emergere quel valore”. I giovani partecipano a ogni aspetto del bistrot, dall’accoglienza al servizio, fino alla preparazione dei prodotti. “Li vediamo crescere nel modo di stare con gli altri, nel chiedere un aiuto, nel prendere un’iniziativa. È un cambiamento lento ma solido – prosegue Rigo -, che nasce dal sentirsi parte di qualcosa”. Nel locale è disponibile anche un kit con tazzina e caffè macinato, decorato con la frase “Siamo fatti di-versi perché siamo poesia”, scelta e illustrata dagli stessi ragazzi. Il ricavato sostiene le attività formative. È un segno concreto della loro presenza attiva.
“Il nostro obiettivo non è soltanto accompagnare verso un impiego, ma sostenere la costruzione di un’identità adulta. Il lavoro non è solo produttività: è una relazione che trasforma”.
Per Rigo, l’esperienza del Sanga-bar è un invito più ampio al territorio: “Quando la comunità entra qui, vede cosa può accadere quando si creano le condizioni giuste. È un modo per dire che un futuro diverso è possibile, e che ciascuno può trovare spazio, dignità e riconoscimento”.