(Bardonecchia) Bardonecchia, località montana situata nell’Alta Valle di Susa, nel Torinese, lo scorso 30 giugno è stata nuovamente colpita dal maltempo che ha causato ingenti danni e purtroppo una vittima. Dopo il nubifragio che ha devastato la zona nel 2023, la situazione si è ripetuta con l’esondazione del torrente Frejus. Ma questa volta il bilancio è ancora più drammatico: un uomo ha perso la vita travolto dall’acqua e dal fango. Il violento nubifragio che ha colpito la zona ha avuto il suo culmine nelle ore successive alla combinazione di piogge in quota e piogge intense nel paese, provocando l’ingrossamento del torrente Frejus e la rapida discesa di detriti, pietre e fango verso il fondo del paese. La sindaca di Bardonecchia, Chiara Rossetti, ha descritto un fenomeno mai visto prima: “tre celle temporalesche si sono scatenate contemporaneamente sui tre versanti dei nostri torrenti”. I danni sono stati forse meno ingenti di due anni fa ma l’esito più tragico: la violenza dell’acqua ha provocato la morte di Franco Chiaffrino, 70 anni, commerciante, conosciuto e stimato da tutti in paese.
Soccorsi al lavoro. A tre giorni dal disastro, il lavoro di recupero e ripristino è ancora in corso. Tecnici, soccorritori e oltre settanta volontari sono impegnati per rimuovere il fango e i detriti che ancora invadono le strade, con una particolare attenzione alla ‘zona rossa’ situata nelle vie Torino e Susa. Attualmente una ventina di persone sono state ospitate temporaneamente da amici, parenti o in albergo. Le infrastrutture di collegamento, come l’autostrada e la ferrovia, sono state riaperte rapidamente, mentre la strada statale 335, ancora chiusa, dovrebbe tornare percorribile nel fine settimana.
Danni ancora da quantificare. Tuttavia, non è ancora chiaro quale sarà il livello definitivo dei danni, e il Comune di Bardonecchia, che ha ricevuto cinque milioni di euro di aiuti dopo l’esondazione del 2023, potrebbe chiedere il riconoscimento dello stato di emergenza. La sindaca Rossetti ha già fatto sapere che questi fondi non sono sufficienti a garantire la sicurezza a lungo termine del territorio. La richiesta di un intervento ulteriore, sei volte superiore, sembra ormai imprescindibile: “Noi conosciamo il territorio, sappiamo le necessità e quali sono le opere importanti, 5 milioni di euro – afferma al Sir la sindaca – non sono sufficienti, ne servono sei volte tanto. E su questo vogliamo puntare perché abbiamo il diritto di mettere la nostra località, una volta per tutte, in sicurezza”.
Il cordoglio per Chiaffrino. Tra i tanti segni di dolore e sgomento, a emergere è soprattutto la commozione della comunità. Don Franco Tonda, parroco di Bardonecchia, ha parlato al Sir della tragedia con profonda umanità, esprimendo il suo cordoglio per la morte di Franco Chiaffrino, un uomo benvoluto da tutti: “Era una persona di buon carattere, conosciuta e apprezzata in tutto il paese. Lascia una traccia positiva nella comunità, un ricordo che rimarrà a lungo nei cuori di chi lo ha conosciuto”.
Mistero della vita. Don Franco ha parlato del “mistero della vita”, utilizzando un versetto del Vangelo di Luca che recita: “due persone saranno prese e l’altra lasciata”, esprimendo il difficile senso di accettare la vulnerabilità della vita umana. “La nostra natura è fragile, ma c’è la natura di Dio, eterna e onnipotente”, ha continuato il parroco, con parole di conforto per chi, soprattutto in momenti come questi, fatica a comprendere come una tragedia simile possa accadere. “Chi vive nella luce della fede – ha concluso – scorge un altro lato del mistero: la fede ci aiuta ad andare oltre e ad accogliere l’abbraccio di un padre che ci accoglie”.
Cambiamenti climatici. Il dolore è tangibile per tutti. Una giovane residente del paese ha spiegato: “Questa situazione ha un nome, e si chiama crisi climatica. Purtroppo, non viviamo più nel mondo che conoscevamo”. Anche alcuni anziani del paese hanno condiviso il loro disorientamento: “Queste cose sono sempre accadute, certo, ma non con questa frequenza e con questa intensità. La natura è cambiata, e con essa anche noi”. In un momento così drammatico, don Franco ha scelto di offrire alla sua comunità una parola di speranza, nonostante la grande sofferenza che si sta vivendo. “Quando accadono tragedie come questa, la fede può sembrare fragile. Ma è proprio nei momenti di dolore che bisogna aggrapparsi alla luce della fede, altrimenti il buio ci sopraffà”, ha affermato il parroco, ricordando che la fede offre la possibilità di affrontare il dolore e di vedere oltre il limite umano.