Fatti
A guardare i risultati delle Europee 2024, a Borso del Grappa (nel Trevigiano, ma in Diocesi di Padova) non ci sarebbe dovuta essere partita. Un anno fa, infatti, quando alle urne si erano presentati 2.312 elettori su 5.072 aventi diritto (il 45,58 per cento), Fratelli d’Italia aveva rastrellato 869 consensi (ovvero il 38,81 per cento), mentre la Lega Salvini Premier aveva convinto il 19,52 per cento. Ma, si sa, il vento può cambiare e, complice un incremento dell’affluenza (2.536 votanti, pari al 48,47 per cento degli aventi diritto) stavolta la candidata sostenuta dai salviniani e dai meloniani, Lisa Celotto, ci ha rimesso le penne. Celotto si è infatti attestata al 45,74 per cento, in ragione di 1.160 voti, che valgono quattro seggi. A trionfare è stata Fiorella Ravagnolo, alla testa della civica “Borso con Fiorella”, che ha messo insieme 1.376 preferenze, pari al 54,26 per cento, che fruttano otto seggi nel parlamentino municipale. Fiorella Ravagnolo, 63 anni, è la prima donna che indossa la fascia tricolore di Borso del Grappa. Dal 2017 al 2021, quando si è dimessa dalla giunta pilotata da Flavio Domenico Dall’Agnol, è stata vicesindaco e assessore alle Politiche sociali. Dall’Agnol è stato poi rieletto sindaco nel 2022, ma a novembre 2024 si sono dimessi nove consiglieri e il Comune è stato commissariato. Ravagnolo ha imperniato la sua campagna elettorale sullo slogan “Ascoltare per fare”. Sette i capitoli del suo programma: sicurezza e bilancio; comunicazione e trasparenza; lavori pubblici, urbanistica e ambiente; sociale; associazioni e sport; scuola; cultura. Si volta pagina anche a Ospedaletto Euganeo. Lo sconfitto qui è Giacomo Scapin, candidato del centrodestra alla guida della lista “Comune e cittadini”, che puntava al tris, dopo essere stato eletto nel 2016 e nel 2021. Ma nel maggio del 2024 sette consiglieri avevano decretato lo scioglimento del consiglio comunale. Scapin stavolta si è dovuto accontentare di 894 voti, pari al 29,98 per cento (tre seggi), e pertanto ha subito dichiarato che si farà da parte. Sullo scranno di primo cittadino si accomoda Fabio Vigato, imprenditore cinquantunenne, leader di “Rinascita civica”, che ha nettamente staccato gli avversari, grazie a 1.233 (il 41,35 per cento), che si traducono in otto seggi. Sono 560 (il 18,78 per cento) i consensi messi insieme da Stefano Gallo, alfiere di “Passione Comune”, che entra in municipio. Resta fuori dall’amministrazione invece Severina Masiero. «Solo dopo aver messo nero su bianco idee e contenuti – ha spiegato il neo-sindaco Fabio Vigato – il nostro gruppo di lavoro ha deciso chi li avrebbe portati avanti. Quindi non la logica di uomo solo al comando, ma di democrazia partecipata. La gestione della cosa pubblicata dovrà essere condivisa. I cittadini dovranno sentirsi non solo spettatori, ma attori del cambiamento. La nostra è una civica vera, che non ha bandiere. Non dobbiamo rendere conto ai partiti. Saremo liberi nella progettualità della nostra amministrazione».
A Santa Maria di Sala, in provincia di Venezia, ma in Diocesi di Padova, dove lo scontro metteva di fronte tre rivali, ha votato il 53,57 per cento degli aventi diritto, con un incremento rispetto alla precedente tornata (50,61 per cento). Ha messo d’accordo tutti – scongiurando il ballottaggio – il candidato del centrodestra, Alessandro Arpi, 40 anni, dirigente d’azienda, già vicesindaco, che si è meritato la fascia tricolore con il 52,18 per cento (4.016 voti) e dieci seggi in consiglio. Prima lista della sua coalizione è “Generazione per crescere-Coraggio Italia”, con il 17,73 per cento (1.307 voti). Di tutto rispetto – anche in vista delle Regionali di novembre – il risultato di Indipendenza Veneta, con il 16,40 per cento (1.209). Più indietro due partiti di governo: Fratelli d’Italia con il 12,32 per cento (908) e la Lega Salvini attestata al 6,81 per cento (502 voti). Tra i supporter, ma senza lista, anche Azione. Molto meglio, tra le forze che sostengono il governo Meloni, è andata Forza Italia-Ppe-Lista Salese, arrivata al 16,82 per cento (1.240 voti), a supporto di Natascia Rocchi, ex sindaco, sfiduciata alla fine del 2024, che però si è accontentata del 29,61 per cento (2.279 voti) e di tre seggi. Poco entusiasmante la performance di Massimo Iovine, che alla testa del “campo largo” (con Pd, M5s, Alleanza Verdi sinistra e Civica Insieme) si è fermato al 18,20 per cento: per lui solo 1.401 preferenze. (C. B.)
In questa tornata elettorale, erano nove i Comuni veneti al voto. Oltre i tre all’interno della Diocesi di Padova, hanno eletto il proprio sindaco, i cittadini di San Nicolò di Comelico (la fascia tricolore va a Davide De Rigo Cromaro), Sospirolo con Livia Cadore; in provincia di Rovigo, a Porto Viro è stato eletto Mario Mantovan; a Eraclea l’ha spuntata Nadia Zanchin; mentre nel Veronese Marco Alessandro Grazia è stato eletto a Bevilacqua. Infine Castagnaro ha scelto Jonathan Modenese.
A livello nazionale l’attenzione era su Genova, capoluogo di regione, e su tre capoluoghi di provincia (Ravenna, Taranto e Matera). Vince la coalizione di centrosinistra al primo turno sia a Genova (con Silvia Salis) che Ravenna (Alessandro Barattoni). Nelle altre due si andrà al ballottaggio.