Andrea Nardin, sindaco di Montegalda, nuovo presidente della Provincia di Vicenza. Il sindaco dei sindaci vicentini

Andrea Nardin, sindaco di Montegalda e area di centrosinistra, è il nuovo presidente della Provincia di Vicenza. Succede a Francesco Rucco, attuale primo cittadino del capoluogo berico. Trasporti, patrimonio culturale e turistico, ma anche Pfas e temi ambientali, le sfide che lo attendono: «Le questioni complesse si possono risolvere attraverso percorsi culturali rivolti alle nuove generazioni. Senza imporre solo divieti, ma sapendo fare economia con criteri diversi»

Antonio Gregolin

Da sindaco di Montegalda, Comune della Diocesi di Padova, 3.380 abitanti sul confine tra Vicenza e la città del Santo, a neoeletto presidente della Provincia di Vicenza, Andrea Nardin, 51 anni, è stato eletto con ampio margine al vertice provinciale, dopo il mandato di Francesco Rucco, attuale primo cittadino di Vicenza. «Non era mai successo che l’Area berica avesse il presidente e tre assessori in Provincia. Un fatto quasi storico per il nostro territorio, anche se sarò il presidente di tutti i 114 Comuni che costituiscono la Provincia vicentina».

Presidente Nardin, un’ampia vittoria la sua che ha raccolto trasversalmente tanti consensi. Quali sono stati i fattori determinanti per la sua campagna elettorale?

«Penso proprio alla sensibilità dimostrata dagli elettori, cioè gli amministratori comunali stessi. C’è poi l’aver organizzato un gran numero d’incontri nei 21 giorni di campagna elettorale su tutto il territorio, ascoltato colleghi e problemi, conoscendo e facendomi così conoscere, il tutto misto a una certa volontà di cambiamento che era nell’aria da tempo. Non l’ho però interpretata come una vittoria personale sui partiti. Credo, invece, che i partiti e le persone, come ho espresso nel mio discorso d’insediamento, restino le colonne della democrazia stessa. È stata invece la rete di persone che si sono ritrovate nella volontà d’incidere sul territorio, una delle carte vincenti della mia squadra che ha manifestato la consapevolezza che c’è da fare e si vuole fare qualcosa in più per il territorio vicentino, dialogando poi con la contermine Provincia di Padova».

Come si sente ad aver raggiunto il vertice della Provincia? E quali saranno le linee guida del suo mandato?

«Mi sento pieno di responsabilità che voglio affrontare con presenza e vicinanza, ma anche con conoscenza dei problemi e con il bagaglio di esperienze personali che mi porto sulle spalle. Vorrei che fosse un mandato in continuità, verso i tanti progetti in essere, e con il lavoro svolto fino a oggi dagli assessori in carica. Sicuramente per il mio modo di essere, voglio portare qualcosa di nuovo. Parlo di elementi scaturiti dall’iter della campagna elettorale, con l’attenzione ai giovani amministratori, con una futura scuola di politica che consenta di prepararli. Penso a una scuola per amministratori il più trasversale possibile e non di partito».

Quali sono le urgenze che l’attendono?

«Urgenze nel senso stretto del termine, non ne vedo nell’imminenza. Questo grazie all’ottimo lavoro svolto da chi mi ha preceduto. Vedo, invece, temi importanti sui quali sarà necessario intervenire, sapendo che non esistono soluzioni semplici a problemi complessi. Penso qui al nodo trasporti, alla promozione turistica, al patrimonio, alle scuole superiori. Tutti temi importanti, ma non critici».

L’ambiente però è un punto di criticità, considerando che Vicenza e la provincia mostrano varie problematiche, dai Pfas all’inquinamento di suolo e aria…

«Temi delicati che vorrò affrontare con serietà e disponibilità, pensando a nuovi modelli. Non è con la semplicesalvaguardia dell’ambiente che si risolvono questioni complesse, ma con dei percorsi culturali rivolti alle nuove generazioni. Mi spiego: non è riempiendo la Provincia di divieti che possiamo sperare di avere un ambiente migliore. Piuttosto è saper fare economia con criteri diversi, che potremmo aspirare a cambiamenti concreti».

La vittoria basata sui voti dei grandi centri cittadini

Il sindaco di Montegalda si è imposto sullo sfidante Nicola Ferronato, sindaco di Caldogno, con 764 voti assoluti pari a 52.041 voti ponderati (il 60 per cento). L’avversario si è fermato a 471 voti assoluti pari a 34.592 voti ponderati.

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Fatti

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La vittoria basata sui voti dei grandi centri cittadini

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