StorieAngelo Toniolo, 83 anni, è il decano dei commercianti di Montegaldella. Insieme alla moglie Angela gestisce da 64 anni un consorzio agrario
È il decano dei commercianti di Montegaldella, Angelo Toniolo, 83 anni suonati, di cui 64 passati come commerciante di un consorzio agrario. Uno di quei negozi, tra i pochissimi rimasti in tutto il Basso Vicentino, dove si “trova di tutto”: dalle sementi alla legna, inclusi fiori e viti. Un longevo commerciante che non teme la sfida dei centri commerciali. Resiste con lui la moglie Angela Gemo, 74 anni: due “angeli”prossimi al loro mezzo secolo di matrimonio, con una passione per il commercio che li vede assieme anche nell’ambiente lavorativo da una vita. La prima bottega fu avviata dal padre Luigi nel lontano 1957, inizialmente gestita dai fratelli più vecchi Giuseppe e Afra, e passata nelle mani di Angelo – ma per i clienti Bruno – nel 1985 dopo la morte del genitore. Da Allora, Bruno “resta in sella” al suo emporio a conduzione familiare grazie anche alla mente gestionale dell’attività della moglie Angela, mentre lui si definisce «il braccio operativo, che fino a qualche anno fa era capace di spostare quintali di sacchi a spalla».
La coppia è un’icona di quel commercio in via di estinzione, artefici di un’epoca di cui sentiamo nostalgia. Ma anche una riscossa la loro, contro il tempo, la globalizzazione, il gigantismo commerciale che avrebbe schiacciato i più piccoli, come si credeva: «Noi, lenti lenti, siamo rimasti piccoli – racconta Angelo – mantenendo saldo il rapporto con i clienti, tale che giusto l’altro giorno, uno di loro che entrava per la prima volta, c’ha detto: “Ho sentito parlare bene di voi!”». Ed è proprio nel rapporto privilegiato con i clienti che si fonda le solidità di questa inossidabile coppia: «Alla nostra età, nessuno se la sentirebbe di aprire bottega ogni mattina, puntuali, come facciamo da oltre mezzo secolo e con il desiderio di continuare ancora!». Caparbietà, volontà e sport sono il segreto della loro vitalità! Angelo ciclista da una vita, esce ancora per strada la domenica mattina. Angela è stata podista, camminatrice e ciclista quotidiana. Il resto del tempo, è tutto casa e negozio. Uno stile di vita che non li porta a demordere verso un mestiere che richiede sforzo nello spostare bancali e carichi pesanti, con una meticolosa attenzione per la grande gamma di merce esposta: chiodi, viti, piatti, prodotti per giardino e animali, sementi e concimi. Non ultima la legna, come ci dice Angelo: «Mai avute così tante richieste di legna da ardere come quest’anno!». Conseguenze della guerra e delle paure dei cittadini: «In tutti questi anni – aggiunge il commerciante – ho visto passare tre generazioni. Cambiare i gusti e la tecnologia, sempre però fedele a me stesso e al rapporto franco verso i clienti». Un patto di solidarietà e di fiducia, che ha dato frutti negli anni: «Veniamo da tempi in cui esistevano anche due consorzi per paese. Dove in pochi chilometri si contavano molti negozi con la medesima merce. La concorrenza era sfrenata, fino a quando la grande distribuzione ha falcidiato tutto e tutti. Oggi siamo ormai rimasti gli unici, con scarsi clienti del paese e molti da fuori, che ci chiedono: “Cosa faremo se chiuderete anche voi!?”». «Resistiamo perché questo mestiere è tutta la nostra vita!». «I nostri principali clienti sono sempre stati i contadini, cui abbiamo sempre consentito – come mi ha insegnato mio padre – pagamenti a lunga scadenza. Fattore questo che ha contrastato e vinto sulla concorrenza». «Ci siamo sempre arrangiati noi due – prosegue Angelo – lavorando anche sette giorni su sette, quando ancora negli anni Settanta, restavamo aperti anche la domenica mattina». Ma è stato il periodo della pandemia, quando il Consorzio Toniolo era tra i pochi negozi autorizzati a restare aperti, in quanto essenziali per uomini e animali, con lunghe file di clienti, a mettere a dura prova la coppia: «È stato uno dei momenti più impegnativi della nostra carriera. Un po’ per l’età, e la straordinarietà del momento, abbiamo affrontato assieme pure questo!». Oggi, tornati alla normalità, sono sono in molti a chiedersi il futuro dell’emporio, visto che i figli Alessandro ed Elisa hanno intrapreso altre attività: «Finché ci saremo – conclude risoluta la moglie Angela – resisteremo. Quando poi accadrà che non ce la faremo più, allora si chiuderà!». Sarà la fine di un’epoca per un paese, come per una società.
