Chiesa | DiocesiEducare l’anziano a non rimanere intrappolato nel circolo vizioso di rancori/rimpianti/ rimorsi, a coltivare la dimensione della gratitudine, della fiducia e della speranza. Terza età In Lezioni sulla vecchiaia, papa Francesco delinea la necessità di una nuova cultura politica rispetto a questa età della vita e di una rinnovata riflessione anche religiosa
Numerosi studi hanno evidenziato quanto una pratica di vita contemplativa incida favorevolmente sulla longevità, sulla salute fisica e mentale. È risaputo che le attività religiose possono essere cognitivamente stimolanti in diversi modi, sviluppando ad esempio attività mentali come concentrazione, introspezione, meditazione, pensiero astratto ed empatia. Ma dovrebbe essere l’obiettivo primario riguardo all’anzianità? Oppure, come direbbe Viktor Frankl, fondatore della Logoterapia esistenziale, si potrebbe ottenere tutto questo come “effetto”, come ricaduta positiva di una postura esistenziale, di un atteggiamento di fondo, di una visione della vita e della morte? Per tutte le culture il trascorrere del tempo significa crescita e saggezza. Noi occidentali dobbiamo nascondere le rughe come fossero un fallimento, una colpa. Siamo inseriti in un contesto sociale e culturale, ipertecnologico, consumistico e performante, in cui invecchiare è quasi una vergogna, in cui l’anziano è considerato – e ahimè arriva a considerarsi – uno scarto, non essendo più produttivo ed efficiente. Non riusciamo a cogliere il mistero e il dono di un corpo che decade per lasciarci liberi di fare esperienze più alte. Non riusciamo a vedere anche l’anzianità come un dono!
Papa Francesco ha esortato gli anziani a essere ancora dei sognatori, indicando loro anche una vocazione alla tenerezza come progetto esistenziale. Questa visione, potrebbe essere profezia che si avvera, se cominciassimo a cambiare la narrazione comune, a partire dal nostro personale rapporto con l’anzianità. Gli anziani potrebbero accogliere l’incoronazione degli anni – che non ci vengono sottratti, ma che siamo noi a donare – e che li rende avamposti dell’eternità e scrigno di saggezza. In Lezioni sulla vecchiaia, papa Francesco delinea la necessità di un cambiamento di paradigma riguardo alla “terza età”, che parta da un «educare la comunità, l’alleanza fra le generazioni, che restituisce all’umano tutte le età della vita». C’è bisogno di un «supplemento di pensiero, di uno scatto morale, di una nuova cultura politica sulla vecchiaia e di una rinnovata riflessione anche religiosa perché si disegni una società rispettosa della “terza età” e delle altre stagioni della vita». Insieme, educare l’anziano a essere contento della sua tappa di vita, a non rimanere intrappolato nel circolo vizioso di rancori/rimpianti/rimorsi, a coltivare la dimensione della gratitudine, della fiducia e della speranza. La pedagogista S. N. de Saussure parla dell’anzianità come pedagogia del confine, piuttosto che del limite. Un confine lo si raggiunge per poter sconfinare; l’anziano sconfina nell’eterno. A ogni compleanno questo è l’augurio più coerente con la fede: «L’età migliore è sempre quella che si ha. Il trascorrere del tempo non dovrebbe intristire coloro che sanno d’essere in cammino verso una Mèta».
