Nella nostra società ci sono lavori e lavori.
Esistono lavori che danno prestigio e riconoscimento sociale, che permettono condizioni contrattuali dignitose e retribuzioni adeguate, e ci sono poi lavori sottopagati, sottoretribuiti, precari, considerati di “serie B”.
A fianco delle considerazioni che si dovrebbero fare in merito alle diseguaglianze e alle ingiustizie del mercato del lavoro, fa riflettere che in molti casi il livello di dignità e di valorizzazione sociale ed economica dei diversi lavori non sia direttamente collegato all’utilità sociale dei lavori stessi.
È il caso della professione dell’assistente familiare (comunemente detta “badante”), che declinerò in questo articolo al femminile, perché è un mestiere fortemente caratterizzato (anche se non esclusivo, come vedremo) dal genere.
Se ci pensiamo è un lavoro importantissimo, per tanti motivi: rende sostenibile il sistema di welfare pubblico, che non avrebbe le risorse per prendere in cura tutte le persone anziane o non autosufficienti che oggi sono assistite dagli assistenti familiari; permette alle persone assistite di continuare a vivere all’interno dell’ambiente domestico; garantisce alle famiglie una cura personalizzata, di prossimità, per i propri cari a un costo sensibilmente inferiore a quello che sosterrebbe per un servizio in una struttura residenziale o diurna.
Eppure il mestiere dell’assistente familiare è un lavoro certamente poco riconosciuto socialmente e poco valorizzato. L’assistente familiare non ha supporti specialistici dal punto di vista delle competenze sociali, comunicative, assistenziali, psicologiche che deve esercitare tutti i giorni; è molto spesso isolata e ignorata dal sistema territoriale dei servizi sociali; ha condizioni di lavoro molto spesso irrispettose delle norme contrattuali; non ha accesso a un sistema di aggiornamento e crescita delle competenze che permetta un’evoluzione del percorso professionale.
Il rapporto 2024 dell’Osservatorio Domina sul lavoro domestico afferma che nel 2023 in Veneto gli operatori di assistenza familiare (badanti) erano 35.915, in calo rispetto ai due anni precedenti. Le donne costituivano il 92,3 per cento degli assistenti familiari, e il 72,2 per cento di essi erano stranieri. Padova è la provincia veneta con il maggior numero di assistenti familiari, 7.391, pari a un quinto del totale regionale.
L’ultimo rapporto dell’Osservatorio sul Precariato dell’Inps ha anche realizzato una stima del lavoro non regolare nel nostro Paese e il lavoro domestico risulta essere il settore più soggetto a irregolarità: l’Istituto stima che il lavoro nero tra gli assistenti familiari arrivi vicino al 50 per cento del totale: in altre parole una badante su due sarebbe senza un regolare contratto di lavoro. Pertanto le rilevazioni sopra indicate andrebbero raddoppiate per avere una reale dimensione di questo fenomeno lavorativo e sociale.
Questo è il quadro dello stato di questa professione, così importante per garantire il benessere di tante persone anziane o non autosufficienti.
Un percorso per valorizzare questa professione
Proprio in considerazione di questa situazione problematica, la scelta della Regione del Veneto a fine 2024 di investire risorse (un milione di euro del Fondo Sociale Europeo) per la qualificazione professionale delle assistenti familiari ha un significato importante, ed Enaip Veneto ha deciso di cimentarsi nella sfida della costruzione di un percorso di supporto e di valorizzazione per le assistenti familiari nel nostro territorio.
Il progetto della Regione del Veneto, che vede Enaip Veneto capofila di una rete importante di soggetti, ha l’obiettivo di stabilire uno standard formativo e professionale di riferimento per i professionisti dell’assistenza familiare, e di proporre loro un percorso formativo gratuito che ne rafforzi le competenze.
Si tratta di un corso di formazione in e-learning, disponibile online dal 1° settembre scorso, della durata di 60 ore, realizzato in collaborazione con professionisti della cura e dell’assistenza, di facile fruibilità da pc, tablet o smartphone in qualsiasi momento della giornata e della settimana, pensato per permettere anche a chi già lavora di frequentarlo nei momenti liberi dal lavoro, ovunque ci si trovi.
Possono partecipare al corso persone occupate o disoccupate, con gli unici requisiti della maggiore età e del conseguimento dell’obbligo scolastico. Non ci sono requisiti formativi o linguistici minimi di accesso, e il corso è stato realizzato con un linguaggio semplice e comprensibile, privilegiando dimostrazioni pratiche e mettendo a disposizione documentazione di supporto di facile fruizione, con un glossario che spiega nel dettaglio il significato dei termini tecnici utilizzati.
Per supportare i partecipanti nella partecipazione al corso sono state previste dodici ore di accompagnamento (orientamento e counseling) con un incontro finale di verifica degli apprendimenti acquisiti. Al termine del percorso formativo i partecipanti riceveranno un attestato di partecipazione, che permetterà di iscriversi al Registro Regionale degli Assistenti Familiari, e un voucher di partecipazione di 300 euro lordi.
La Regione del Veneto ha previsto anche, per raggiungere il maggior numero di assistenti familiari, la realizzazione di attività di promozione del progetto nel territorio, con delle borse di animazione territoriale e la realizzazione di seminari, workshop e focus group per approfondire alcuni contenuti formativi e dare la massima diffusione al progetto. Nelle prossime settimane inizieranno questi eventi di coinvolgimento nei territori, che toccheranno tutto il Veneto.
Per realizzare un progetto così capillare e ambizioso Enaip Veneto ha voluto costruire una rete di soggetti molto ampia e diffusa in tutta la Regione: sono partners del progetto alcune aziende Ulss e alcune Ipab e Rsa, l’Università di Padova, i maggiori comuni capoluogo di provincia, associazioni di volontariato, agenzie di somministrazione del lavoro domestico, le principali cooperative sociali del territorio che si occupano di assistenza familiare, enti di formazione, associazioni datoriali del mondo del sociale e del socioassistenziale e sindacati. Questo ampio e impegnativo partenariato (oltre 50 partner complessivamente), assieme alle sedi Enaip Veneto nel territorio, permette di rappresentare i principali soggetti che si occupano di formazione, di assistenza familiare e di supporto per i bisogni socioassistenziali delle persone bisognose di cura e assistenza, in ogni angolo della nostra Regione.
Per chi sia interessato a saperne di più, o voglia partecipare al progetto, è sufficiente visitare il sito www.assistentefamiliare.eu, dove si possono trovare tutte le informazioni, e dove ci si può registrare per essere ricontattati da Enaip o da uno dei partner di progetto. È possibile anche scrivere a info@assistentefamiliare.eu
Il corso di formazione è attivo dal 1° settembre scorso, ha già registrato oltre 150 partecipanti a fine settembre, e avrà termine a settembre 2026.