Fatti
Per più di trenta donne etiopi del villaggio di Shebraber un futuro di riscatto è ora possibile, grazie alla campagna di raccolta fondi promossa dall’associazione Nuova Famiglia di Selvazzano Dentro. Grazie all’impegno di due giovani ragazzi, Edwin Luise e Fabio Padovan, il progetto – raggiunto e superato l’obiettivo di 4.500 euro – permetterà alle destinatarie di accedere a piccoli prestiti, formazione imprenditoriale e costante sostegno: «L’idea aveva trovato un suo avvio già prima di ricevere la notizia della possibilità data ad alcuni progetti dal Csv di Padova e Rovigo di aprire una campagna di crowdfunding, ottenendo assistenza – racconta Luise, 23 anni – Attraverso il microcredito il nostro progetto intende aiutare le donne, spesso messe in secondo piano e senza possibilità di emancipazione, ad avere nuove responsabilità e un proprio reddito».
Seguendo il modus operandi dell’associazione, anche questa operazione non si limita a essere un esempio di carità ma intende essere inoltre una dimostrazione di sostenibilità: «Andando in diversi territori, Nuova Famiglia dà fiducia alle persone che lì vi lavorano all’interno di varie missioni – precisa Padovan, 25 anni – Questo microcredito sarà gestito da una suora che è in relazione diretta con l’associazione e prevede la destinazione per ogni donna di 150 euro, cifra in Africa molto importante, che dovrà essere parzialmente restituita dopo l’avvio dell’attività da parte della beneficiaria che potrà così essere indipendente e mandare a scuola i propri figli».
Importante, nella promozione di questo progetto, è stata sicuramente l’esperienza vissuta dai due ragazzi nei luoghi africani dove l’associazione opera a favore delle fasce più vulnerabili della popolazione. «In Etiopia mi ha colpito come tutto quello che per noi è scontato lì non lo sia, cominciando dai vestiti – ricorda ancora Padovan – Un giorno a un ragazzo, “preso dalla strada” in una missione con le suore e a cui è stata data la possibilità di riscattarsi tramite il lavoro, ho donato dei miei abiti che dopo alcune ore gli ho visto addosso mentre girava per il paese e per i quali, in precedenza, mi aveva abbracciato per diversi minuti».
Una testimonianza della situazione quotidiana vissuta dalla popolazione la porta anche Luise, serbando l’esperienza sperimentata in Guinea- Bissau ormai dieci anni fa: «È stato un momento molto forte, avendo visto come quasi tutto sia raggiungibile attraverso altri metodi, quando non si hanno le possibilità – racconta – Ricordo che, con l’acqua potabile che scarseggiava, i bambini bevevano direttamente dalla pozzanghera nei momenti di pioggia e ho sperimentato l’importanza dell’operato di Nuova Famiglia nelle cliniche in un luogo dove, per esempio, gli stessi bambini con una dissenteria possono arrivare anche alla morte. Vedere certe situazioni ha un peso diverso rispetto a sentirle raccontate e trasmette sicuramente una nuova sensibilità».