Idee
Auto a idrogeno, qualcosa si muove? Marghera futura Hydrogen Valley
Esistono diverse tipologie di questo elemento chimico e per produrlo serve energia. Marghera futura Hydrogen Valley
Esistono diverse tipologie di questo elemento chimico e per produrlo serve energia. Marghera futura Hydrogen Valley
Il 2035 è sempre più vicino e con esso lo stop alla vendita di auto a benzina e gasolio in Europa. Una data di scadenza che rischia però di essere superata dai fatti se, come annunciato da molti produttori, l’obiettivo di avere una gamma di vetture non inquinanti verrà centrato molto prima. A oggi l’alternativa più concreta sono le vetture elettriche e le preferenze del mercato si stanno orientando in questo senso ma c’è chi, soprattutto in Europa e Giappone, sembra convinto di poter scalzare nel lungo periodo una tecnologia appannaggio di americani e cinesi attraverso l’idrogeno. È passata forse più di un’era geologica da quando Beppe Grillo nel 2002 si presentò ai cancelli della fabbrica d’auto a Mirafiori con una vetturetta a idrogeno teorizzando come la transizione alla nuova tecnologia fosse facile e solo questione di buona volontà. Chi ha dimestichezza di cicli industriali sa che così non è mai stato e, pur ammettendo una certa facilità di conversione industriale per la produzione dei motori, la vera questione è tutta nel combustibile.
Varie sfumature di idrogenoL’idrogeno è presente nell’acqua ma per liberarlo, produrlo, serve energia e, a seconda della provenienza di questa energia, l’idrogeno viene comunemente classificato come verde, blu, grigio o nero. Verde nel caso di impiego di energia rinnovabile, blu da fonti fossili ma con il recupero degli inquinanti, grigio da scarti di lavorazioni chimiche e nero da fonti fossili “senza filtri” come carbone o petrolio. A queste possibilità si aggiungono il viola, se l’energia viene da una centrale nucleare (che in Italia oggi non esiste), la variabile dell’impiego del biometano le cui emissioni di anidride carbonica sono virtualmente nulle e le varie sfumature date dalle combinazioni delle diverse tecnologie più o meno inquinanti.
L’Italia è all’avanguardiaÈ del giugno scorso il primo rifornimento di idrogeno ad alta pressione operato da Air Liquide a Marsiglia a un veicolo commerciale a marchio Iveco, realizzato insieme alla società americana Nikola. «Noi di Iveco siamo consapevoli che per vincere resistenze iniziali tipiche della transizione, dobbiamo essere pronti a supportare i clienti in questo percorso, fornendo soluzioni per rassicurare e assicurare il loro business, dall’acquisto all’utilizzo, con una serie di pacchetti dedicati – spiegava solo qualche mese fa Massimiliano Perri, direttore generale Iveco – Siamo dunque onorati di far parte di un ecosistema efficiente e produttivo insieme a partner strategici come LC3 Trasporti ed Edison Next». Edison, che è coinvolta anche nel grande progetto per trasformare l’area metropolitana di Venezia in quella che viene definita l’Hydrogen Valley, la valle dell’idrogeno, come l’Emilia è per i motori (sportivi soprattutto).
Marghera al centroIl consorzio esiste dal 2003 ma è negli ultimi anni che i primi investimenti nell’area del porto hanno preso corpo, trasformando la terraferma veneziana nel cosiddetto Hydrogen Park. Eni ha in programma di produrre 25mila tonnellate di idrogeno da metano, compensando le emissioni andando a stoccare anidride carbonica nei giacimenti di idrocarburi esauriti che costellano l’Adriatico. Parte dell’investimento è stato destinato a due stazioni di rifornimento per autoveicoli a cui si alimenta anche la berlina Toyota Mirai che l’azienda giapponese ha fornito al Comune di Venezia, talvolta in uso al sindaco Luigi Brugnaro.
Auto elettrica. In Italia ancora non decolla. «Occorre una politica di rilancio delle vendite»
L’auto più venduta al mondo nel primo trimestre 2023 è un’elettrica, la suv compatta Tesla Model Y, ed è la prima volta che accade dopo che lo scorso anno si era fermata “solo” in terza posizione. In Europa la quota di mercato delle vetture a batteria è di circa il 15 per cento, più di tre volte quella italiana dove le vetture elettriche sono ferme al 3,9 per cento e i furgoni elettrici al 4. Quello italiano, insomma, rischia di confermarsi un mercato “povero” prima che restio all’innovazione: al primo posto c’è l’inossidabile Fiat Panda, seguita da Dacia Sandero e da un autentico caso com’è la Lancia Ypsilon, venduta solo in Italia dov’è popolarissima e uguale a se stessa da dodici anni. «La ripresina delle vendite iniziata nell’agosto 2022 è stata determinata dal parziale superamento delle difficoltà di produzione legate alle ben note carenze di microchip e di altri componenti essenziali – spiega Gian Primo Quagliano, presidente del centro studi Promotor – Nella situazione attuale vi è una piena disponibilità di vetture elettriche e una discreta disponibilità di vetture di élite, ma persistono difficoltà di consegna per le auto destinate ai comuni mortali». La ripresa nelle vendite è dovuta soprattutto agli ordini accumulati nei mesi e non ancora evasi. Secondo Promotor a premere il freno sull’aumento di domanda è soprattutto la situazione economica delle famiglie e il livello dei prezzi alle stelle. «Il mercato automobilistico italiano è ancora molto lontano dal ritorno alla normalità, occorre una politica incisiva di rilancio delle vendite a livello di governi e condotta anche dalle case automobilistiche; devono decidere se offrire soluzioni a tutti gli utilizzatori di automobili o se concentrarsi sulla produzione di auto totalmente elettriche e auto d’élite lasciando soddisfare una parte importante della domanda a costruttori nuovi o relativamente nuovi sul mercato europeo».
Sarà realizzata dal gruppo Maire e da Q8 a Roma la prima stazione di rifornimento a idrogeno circolare. Il progetto beneficia di fondi Pnrr nell’ambito di uno specifico bando del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti.
Secondo un sondaggio dell’Osservatorio mensile Findomestic in collaborazione con l’istituto Eumetra, per il 47 per cento degli italiani l’auto ibrida è ritenuta la vettura più adeguata alle esigenze del futuro rispetto a quella elettrica (20%).