Dall’1 al 6 settembre la comunità si riunisce per la Festa Settembrina. Giorni di musica, mostre, mercatini, sfilate e cene in compagnia che gli organizzatori non vogliono definire una sagra, ma proprio una festa: per conoscersi e rinsaldare il senso di comunità. Quest'anno, ancora di più, nel nome della nuova santa.
Il 2 settembre a Cristo Re torna il “7mbre Santosvaldino”. Sarà un vero e proprio nastro rosso a collegare i luoghi della festa e insieme a invitare i presenti a mettersi in gioco nelle tante attività della parrocchia di Cristo Re. Domenica 11 settembre alle 11 arriva il vescovo Claudio che poi pranzerà con volontari e ospiti.
Per l’iconografia classica il pellegrino è quell’omino barbuto, con il bastone e il cappello a punta, che troviamo raffigurato nelle tazze e nelle t-shirt vendute ai mercatini di Santiago di Compostela. Un essere mitologico medievaleggiante, lontanissimo per epoca e – apparentemente – motivazioni rispetto ai giovani di oggi. Eppure, camminando verso Campus Misericordiae, la spianata dove tra stasera e domani si terrà il cuore della 31esima edizione della Giornata Mondiale della Gioventù, posso affermare con certezza che questi giovani sono in tutto e per tutto dei pellegrini.
Una delle cose che passerà alla storia come punto di forza della Gmg di Cracovia, rispetto alle edizioni precedenti, è il fatto di essere riusciti a preservare la dimensione della diocesanità. A Colonia e a Madrid, solo per citare le ultime due europee, i giovani padovani, per assistere alle catechesi, erano divisi in gruppetti di al massimo qualche centinaio, sparsi per varie proposte.
Può una città sorridere? Perdonate la licenza poetica, ma sembra proprio di sì.
Erano anni che Cracovia, la città che ha visto crescere e che ha avuto come vescovo il Santo inventore delle Gmg, aspettava di ospitare una Giornata Mondiale della Gioventù. Non solo Cracovia: era naturale che prima o poi questo sarebbe avvenuto. In tanti si aspettavano di rendere omaggio a Karol Wojtyla con i suoi giovani, sebbene i giovani della generazione successiva a quella che aveva conosciuto.
La Gmg è un po’ come uno di quei grandi buffet allestiti ai matrimoni o ai grandi eventi aziendali. Ci sono tavoli lunghissimi e affollati, pieni di ogni leccornia e bontà di Dio. Certo, ci vuole un po’ di fatica per destreggiarsi tra la gente, arpionare qualche tartina e andarsene via con dignità senza macchiarsi l’abito da sera, ma l’esperienza ne risulta più che soddisfacente.
Era il giorno più temuto dal punto di vista della logistica. Ventidue pullman che arrivavano, una messa in piazza con più di duemila persone, trenta pullman che ripartivano per tre ore di viaggio verso Proszowice, cittadina agricola a 30 chilometri da Cracovia dove alloggiano i padovani, lo smistamento nei gruppi, l’arrivo negli alloggi, la distribuzione dei kit e dei permessi.
Una spianata, un palco, un maxischermo, migliaia di giovani e le bandiere di una trentina di paesi diversi. Non è ancora la Gmg vera e propria, quella che si aprirà martedì a Cracovia, ma la festa di chiusura del gemellaggio tra la diocesi di Bielsko-Zywiec ne sembra quasi un assaggio.
Dopo un venerdì in montagna, sul Wisla, dedicato all’incontro di tutti gli italiani presenti per il gemellaggio nella diocesi di Bielsko-Biala, il sabato per i primi 371 pellegrini padovani ha un sapore più intimo.